10 Gennaio 2022 - 12.21

Omicron scombina i piani anti-covid: se è più contagiosa perché togliere le quarantene?

di Umberto Baldo

Sono pronto a scommettere che se interrogassimo cento persone sulle nuove regole in tema di contenimento del Covid, quasi nessuno sarebbe in grado di esporle con sicurezza.
E ciò nonostante il profluvio di informazioni, i più colti parlano di infodemia, che la carta stampata, i social media, e la televisione ci vomitano addosso ogni santo giorno.
Regole che, decreto dopo decreto, diventano sempre più cervellotiche, e in buona parte di difficile comprensione per i più.
Avete provato a leggere il decreto-legge del 30 dicembre?
Vi assicuro che ci vuole un po’ di tempo per orientarsi, e una notevole concentrazione per dipanare i “differenti percorsi terapeutici”, non so come altro definirli, partoriti dalle menti degli esperti che lo hanno redatto.
Il primo scoglio è rappresentato da un paio di differenze semantiche, perchè nella terminologia adottata dal Governo l’isolamento è quello che riguarda le persone positive, la quarantena quella che riguarda i contatti stretti delle persone positive.
Con l’ulteriore specificità che chi ha ricevuto il richiamo del vaccino, o ha completato il primo ciclo vaccinale o è guarito da meno di 120 giorni, non deve fare la quarantena ma l’autosorveglianza.
Non crediate si tratti di differenze da poco, perchè se vi mettete a scorrere la normativa senza averle ben chiare, siate certi che non ne uscite, perdendovi nelle nebbie del burocratese governativo.
Non è funzionale ai miei obiettivi illustrare in questo pezzo la variegata casistica esposta e spiegata, si fa per dire, nel Decreto.
Quella l’avrete certamente vista riportata sui media, spesso riassunta in appositi specchietti, per facilitarne la comprensione.
Se non avete ancora trovato il tempo, o la voglia, di documentarvi, vi consiglio di leggerlo il decreto, dotandovi di una certa dose di pazienza e buona volontà.
Diciamocela tutta, Omicron ci ha spiazzato! Dopo quasi due anni di pandemia e di limitazioni, eravamo tutti convinti che avremmo potuto festeggiare Natale e Capodanno non dico in scioltezza, ma con meno ansie rispetto all’anno scorso.
A rompere l’incantesimo ci ha pensato questa variante venuta dal Sud Africa, che a detta degli esperti ha uno straordinario tasso di contagiosità (in Francia ieri 271mila nuovi infetti, ed in Italia quasi 171mila), e tempi di incubazione brevissimi.
Sicuramente anche i nostri politici, forse impegnati a pavoneggiarsi per i dati della ripresa economica, sono stati colti di sorpresa, anche perchè l’infezione da Omicron sembra presentare sintomi e conseguenze sanitarie nettamente diversi rispetto a quelli provocati dal virus originale.
E qui sono entrati in campo i nostri esperti, infettivologi, virologi e quant’altro, talmente presenti sui media, che è legittimo chiedersi se siano più interessati ad un futuro nello star system piuttosto che nelle corsie degli ospedali.
Ognuno con un’idea diversa, con un approccio diverso, con una ricetta diversa, tanto che un povero cristiano, dopo averlo sentiti, non sa più a chi credere, a che Santo votarsi.
Limitandosi a quelli che hanno ormai raggiunto gli onori della cronaca partirei da Matteo Bassetti, noto infettivologo del San Matteo di Genova, secondo cui: “la variante Omicron è meno aggressiva. Causa quadri clinici lievi. Raramente impegnativi; causa più facilmente bronchiti, tracheiti e laringiti che non polmoniti; vaccini e immunità naturale proteggono dai ricoveri e dalle forme gravi. Meglio 3 dosi che 2″.
A confutare tutto quest’ottimismo ci ha pensato Massimo Galli, infettivologo del “Sacco” di Milano, dichiarando “Non mi va giù l’idea che sta passando secondo cui Omicron è meno grave e anche se si infetta tanta gente questo farà da vaccinazione. Non è così. Se ci sono moltissime persone infettate c’è anche la possibilità che il virus continui a mutare, che l’impatto con i numerosi sistemi immunitari di persone sia vaccinate che non vaccinate, possa facilitare la selezione di ulteriori mutazioni, e questo dove porta non lo so. Se portasse al raffreddore andrebbe benone, ma il discorso di immunità di gregge non regge, come esperienze precedenti hanno dimostrato, dall’Inghilterra al Brasile”.
Ancora più tranchant il microbiologo Andrea Crisanti, che ha così bocciato le misure adottate: “Così come stanno le cose, con il livello di competenza che si dimostra, siamo nelle mani del virus e dei vaccini”.
Per finire con il virologo Roberto Burioni, secondo cui: “Tra i partiti politici c’è disaccordo sulle misure per contenere il contagio, e si pensa di risolvere la cosa applicando le misure con gradualità. Non discuto le misure, ma ricordo che la variante Omicron non ha alcuna gradualità, contagia a tutta velocità senza sosta alcuna”.
Un normale cittadino come me, non incline ad alcun cedimento ai deliri No Vax, di fronte a tale “florilegio” di opinioni, non può non chiedersi: “caspita, ma chi ha ragione?
Perchè hanno voglia i Ministri a ripeterci fino all’esaurimento che “bisogna avere fiducia nella scienza!”.
Ma è legittimo o no domandarsi di quale scienza parliamo se, come abbiamo visto, i depositari del sapere medico, quelli che dovrebbero indicarci la strada da seguire, portano avanti idee tanto diverse?
E’ legittimo chiedersi, per fare un solo esempio, quale teoria scientifica abbia suggerito di stravolgere, di punto in bianco, le regole sulle quarantene?
E’ legittimo cioè domandarsi perchè, dopo due anni di prediche sull’isolamento quale strumento principe del contenimento della pandemia, se adesso un cittadino ha un contatto con un positivo, ma ha fatto il vaccino da meno di 4 mesi o la dose di richiamo, può “autosorvegliarsi” portando la mascherina Fp2 per 5 giorni, al termine dei quali non deve neppure fare un tampone di controllo?
E’ legittimo, dopo averne viste di tutti i colori, tipo il braccio al silicone esibito al centro vaccinale, che si possa nutrire qualche dubbio circa la serietà con cui molti italiani gestiranno l’ “autosorveglianza”, con la conseguenza di avere una marea di persone libere di circolare e di infettare il prossimo?
E’ legittimo chiedersi se i tamponi rapidi tanto caldeggiati per le scuole da Luca Zaia siano un test valido se affidati al “fai da te” dei ragazzi?
E’ legittimo chiedersi se il non postergare di qualche giorno la riapertura delle scuole, spingendo sulla vaccinazione dei ragazzi, sia una scelta azzeccata?
E’ legittimo chiedersi perchè solo ora si è pensato di imporre le mascherine Fp2 sui mezzi di trasporto e nei luoghi chiusi, quando la comunità scientifica ne raccomandava l’utilizzo fin dall’inizio della pandemia?
E’ legittimo chiedersi se alla base di queste “nuove regole” ci sia solamente l’amara considerazione che i numeri attuali hanno vanificato qualsiasi capacità di tracciamento delle sanità regionali (l’Alto Adige lo ha addirittura ammesso con un comunicato), e soprattutto la volontà di non ostacolare o frenare in alcun modo la ripresa economica?
Intendiamoci, il mondo è quello che è, le strutture sanitarie stanno facendo il massimo, ma non possono certo fare miracoli, e sostenere l’economia nazionale resta comunque prioritario.
Ma almeno si abbia il coraggio di dire la verità agli italiani!
E la verità è che per qualsiasi Governo al mondo la scienza non può essere l’unica variabile da considerare, quando si decidono provvedimenti come quelli contro la pandemia.
E che, piaccia o non piaccia, il dilemma “economia o salute”, sempre sdegnosamente rigettato a parole, in realtà si presenta ogni qual volta c’è da prendere una decisione in tema di limitazioni anti contagio, e a dimostrarlo sono le continue contrapposizioni fra i Partiti in materia di Covid, in barba al numero dei morti, che continua comunque a salire.
Basta dirlo!

PS: Lo che potrebbe sembrare prematuro, ma forse sarebbe il caso che a Roma cominciassero ad attrezzarsi e programmare già da adesso la quarta dose di vaccino, perchè non occorre essere un profeta per sapere che a primavera sarà inevitabile. In Francia ci stanno pensando, in Israele hanno già dato il via libera.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
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