3 Luglio 2025 - 10.01

Mafia albanese in Veneto: riciclati milioni dal traffico di droga, sequestrati beni per 4 milioni di euro

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Sequestro Patrimoniale a Clan Albanese: Milioni di Euro dal Narcotraffico Reinvestiti in Immobili a Verona

VERONA, Italia – Un’operazione congiunta tra la Procura della Repubblica di Verona e la Procura Speciale contro la Corruzione ed il Crimine Organizzato (SPAK) dell’Albania ha portato al sequestro preventivo di beni per oltre 4 milioni di euro, inclusi disponibilità finanziarie, quote societarie, e immobili. Questi beni sono ritenuti il provento di attività di narcotraffico e autoriciclaggio di un noto clan criminale albanese originario di Elbasan.

L’indagine, condotta dai Finanzieri del Comando Provinciale di Verona e dagli investigatori della National Bureau of Investigation (BKH) albanese, si è concentrata sull’identificazione del reimpiego, nell’economia veronese, dei profitti derivanti dall’importazione di ingenti quantità di cocaina sudamericana destinata al mercato europeo.

Gli accertamenti economico-finanziari, eseguiti dagli specialisti delle Sezioni Mobile e Riciclaggio del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Verona in collaborazione con la SPAK, hanno permesso di sequestrare un complesso immobiliare a Nogarole Rocca (VR) e un significativo fabbricato a Verona, del valore di circa 3 milioni di euro. Quest’ultimo è composto da oltre 30 unità immobiliari (uffici e negozi), per lo più affittate a ignari conduttori. Un custode giudiziario gestirà ora gli immobili e incasserà i canoni di locazione, che in precedenza venivano bonificati su conti correnti esteri dall’organizzazione criminale.

L’attenzione investigativa si è concentrata su una società immobiliare di Verona che riceveva ingenti e anomali flussi bancari dall’Albania, utilizzati per investimenti nel settore immobiliare e ristrutturazioni di edifici sul territorio italiano, successivamente affittati a terzi. Questi fondi provenivano da una società di capitali albanese riconducibile a due fratelli a capo del gruppo criminale. Uno dei fratelli è un ricercato internazionale e latitante, mentre il secondo, titolare di quote della società veronese, è detenuto in Belgio. Quest’ultimo era stato arrestato a Verona nel giugno 2024 in esecuzione di un mandato d’arresto belga, in quanto ritenuto, insieme al fratello latitante, mandante di un omicidio avvenuto ad Anversa (Belgio) nell’ambito di una disputa per il traffico di stupefacenti con un clan rivale. Inoltre, il fratello detenuto è anche destinatario di un’ordinanza emessa dal Tribunale Speciale di Primo Grado per la Corruzione e la Criminalità Organizzata di Tirana, basata su indagini della SPAK per reati contro la persona (omicidio premeditato), detenzione e produzione illegale di armi, traffico internazionale di stupefacenti, corruzione e riciclaggio.

Le Fiamme Gialle di Verona, con il supporto tecnico del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.), hanno condotto intercettazioni e analizzato documenti e rapporti finanziari acquisiti in Albania grazie a una Squadra Investigativa Comune con la Procura Speciale – SPAK albanese. È stato accertato che l’investimento in Italia di queste ingenti disponibilità finanziarie dall’Albania rappresentava l’anello finale di precedenti attività di riciclaggio realizzate all’estero, tramite una società albanese di ortofrutta riconducibile al sodalizio criminale. Operazioni immobiliari anomale sono state effettuate in Albania con finalità dissimulatorie per ostacolare la tracciabilità dell’origine illecita del denaro, consentendo al clan di “ripulire” i profitti per reinvestirli in Italia.

Sono stati sequestrati anche il patrimonio immobiliare e le disponibilità finanziarie riconducibili all’amministratore della società immobiliare veronese, una cittadina albanese, e al suo coniuge, coinvolto in passato in reati di droga e considerato persona di stretta fiducia dei fratelli a capo del gruppo criminale, in quanto ritenuti “a libro paga” del clan.

Contestualmente ai sequestri, sono state eseguite perquisizioni probatorie a carico dei principali indagati e dei fiancheggiatori italiani per raccogliere ulteriori elementi di prova a sostegno delle ipotesi investigative.

La Procura sottolinea che il provvedimento cautelare è stato eseguito nell’attuale fase delle indagini preliminari e si basa su imputazioni provvisorie, le quali dovranno essere confermate in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio. La responsabilità degli indagati sarà accertata solo all’esito di un giudizio con sentenza penale irrevocabile, in linea con la presunzione di non colpevolezza sancita dall’Art. 27 della Costituzione.

L’operazione odierna conferma la sinergia tra la Procura della Repubblica e la Guardia di Finanza nel contrasto economico-patrimoniale alle organizzazioni criminali transnazionali e nell’aggressione dei patrimoni di origine illecita riciclati in Italia, attività essenziali per bloccare l’infiltrazione della criminalità organizzata nell’economia legale. Viene inoltre evidenziato il prezioso contributo della Procura Speciale SPAK dell’Albania e l’importanza della cooperazione internazionale nella lotta a tali reati.

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