Il tuo cane? Potrebbe essere il pranzo del leone: fate attenzione!

Lo ammetto, a volte esagero. Lo dice mia moglie, e probabilmente ha ragione.
Ma cosa volete, sono fatto così: estroverso, curioso, un po’ provocatore. Mi piace parlare con tutti, pungolare, scherzare….. e ogni tanto mi scappa la domanda scomoda.
Così l’altra mattina, passeggiando col giornale in mano e l’auricolare nell’orecchio, mi sono imbattuto in due vecchie conoscenze — una signora e poi un signore — ognuno col proprio cagnolino al guinzaglio, impegnato nel solito “rito mattutino”.
Niente di strano: succede ogni giorno, in ogni città, in ogni paese.
Dopo qualche convenevole, chiedo alla signora l’età del suo cocker — “ormai vecchietto” mi dice — e poi, con quella disinvoltura che mi è cara, piazzo lì la domanda:
“E se dovesse ammalarsi gravemente… o peggio?”
Il signore, con il suo Cavalier King, ha ricevuto lo stesso trattamento.
Ma il meglio — o il peggio, dipende dai punti di vista — è arrivato poco dopo, quando ho sganciato la bomba, ponendo la domanda fatidica:
“E se un giorno vi stancaste del cane… avete mai pensato di donarlo a uno zoo, per farne pasto ai leoni?”
Silenzi. Sguardi atterriti.
Occhi sbarrati come in un film di Hitchcock.
Ma non stavo delirando.
Avevo appena letto di una vera iniziativa lanciata dallo zoo di Aalborg, in Danimarca: “Non volete più il vostro animale domestico? Portatelo da noi. Lo daremo in pasto ai predatori”.
Non è uno scherzo, e nemmeno una provocazione filosofica: è una campagna vera, lanciata sui social dallo zoo danese, con toni freddi e burocratici.
L’obiettivo dichiarato? “Imitare la catena alimentare naturale, per garantire il benessere dei predatori, offrendo loro carcasse intere, con pelo, ossa e organi, come avverrebbe in natura”.
Certo, nel comunicato non si parla espressamente di cani e gatti.
Si fa riferimento a “piccoli animali domestici” come conigli, galline, porcellini d’India, persino cavalli (ma solo se alti meno di 147 cm al garrese).
Devono essere vivi, sani, con documenti in regola e pronti a essere soppressi dal veterinario dello zoo.
Una pratica, assicurano, già attiva da anni in numerosi zoo danesi. Parola della vicedirettrice Pia Nielsen, che ha confermato tutto al Guardian.
E i numeri parlano chiaro: solo nel 2025 sono stati “donati” 137 conigli, 53 galline, 22 cavalli, 18 porcellini d’India e… 12 merluzzi. Sì, anche i merluzzi finiscono nel menu dei predatori. Una mensa biologica e a km zero per leoni, linci e tigri in cattività.
In Danimarca è tutto perfettamente legale.
E, udite udite, chi dona un cavallo ottiene pure una detrazione fiscale, calcolata in base al peso: 5 corone danesi al chilo. Il cavallo diventa un credito d’imposta. Altro che affetto: qui parliamo di bilanci familiari.
Ma allora perché tanto scandalo? Perché questo improvviso putiferio?
Semplice: lo zoo ha pubblicato l’annuncio su Facebook.
E Facebook, si sa, è il luogo dove tutti hanno un’opinione, anche quelli che normalmente si commuovono solo davanti a un video di gattini.
Risultato? Come prevedibile, la proposta ha generato un vivace confronto sui social.
Alcuni hanno definito l’iniziativa «una scelta ecologica e coerente», utile ad evitare abbattimenti o macellazioni a scopo industriale.
Altri, invece, si sono detti semplicemente scioccati all’idea che animali da compagnia – per quanto «non più desiderati» – possano finire nel piatto di leoni e tigri.
Dopo centinaia di commenti indignati, accuse di crudeltà, minacce, proteste, alla fine si è arrivati alla decisione dello Zoo di chiudere la sezione commenti, lasciando un messaggio che suonava più o meno così: “Capita che il post risvegli emozioni. Ma evitiamo l’odio gratuito, per favore. Se volete chiarimenti, scriveteci in privato.”
E allora la domanda resta sospesa: barbarie o coerenza ecologica?
Scempio o ritorno alla natura?
È davvero più ipocrita sopprimere un coniglio per nutrire una tigre piuttosto che comprare la carne sottovuoto al supermercato?
Io non ho una risposta. Mi limito a riportare la notizia.
Ma la prossima volta che incrocerete un animalista convinto, di quelli che trattano il proprio cane come un figlio e il proprio figlio come un coinquilino… fate anche voi la mia domanda: “E se un giorno ti stancassi… lo porteresti allo zoo?”
Poi fatemi sapere com’è andata.
Io ho ancora due sguardi fulminanti da digerire.
Umberto Baldo













