26 Luglio 2021 - 9.08

No vax: la minoranza che urla davanti ad una maggioranza silenziosa

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di Umberto Baldo

Avete presente “Striscia lo striscione”? Ma si, quella rubrica all’interno della nota trasmissione “Striscia la notizia”, in cui ogni lunedì Cristiano Militello mostra e commenta gli striscioni più curiosi esposti dai tifosi negli stadi.
Non ho potuto non pensare a questa rubrica guardando le immagini dei telegiornali di domenica scorsa, che facevano la cronaca delle manifestazioni organizzate in molte città italiane dagli oppositori alle nuove regole sull’utilizzo del cosiddetto Green Pass.
Non ho certo intenzione di minimizzare la portata di queste iniziative di piazza, che pur chiassose e colorate non hanno certo coinvolto folle oceaniche, e che sono avvenute guarda caso in concomitanza con una sorta di “corsa al vaccino” che è seguita alle parole di Mario Draghi sulle prossime limitazioni per chi non intende vaccinarsi.
Come pure non intendo criminalizzare i partecipanti, ci mancherebbe.
Ognuno è libero di protestare e manifestare per le proprie idee, purchè il tutto si svolga secondo le regole, e in certi casi purtroppo questo non è successo, come ad esempio a Padova dove il raduno non era autorizzato, tanto che si parla di identificazioni da parte della Digos, e di possibili multe.
La novità, se di novità si tratta, è che sabato è aumentata l’eterogeneità dei manifestanti.
Nel senso che alla consueta galassia dei No Mask, contrari all’uso delle mascherine, ai No Vax, contrari tout court ai vaccini, si sono aggiunti anche coloro che, pur favorevoli alla vaccinazione, osteggiano l’obbligo del Green Pass per le attività al chiuso.
Restando al nostro Veneto, da Treviso a Padova, e poi Vicenza, fino a Verona e Venezia, i “resistenti” al vaccino e al pass vaccinale si sono assembrati quasi tutte senza mascherina, incuranti delle regole sul distanziamento sociale.
D’altronde se sei contro, non vorrai mica protestare con il volto coperto, e magari restando ad un metro l’uno dall’altro?
E come sempre succede nel corso di queste manifestazioni, oltre alle grida, ai cori, agli slogan, agli insulti alle autorità, una bella funzione liberatoria ce l’hanno cartelli e striscioni.
E forse qui la folla dà il meglio di sè, perchè uno slogan vola e si perde nell’aria in un attimo, mentre le parole sono come pietre, ti si imprimono negli occhi, e spesso costituiscono quello che un osservatore porta a casa dopo aver assistito ad un corteo.
Diciamoci la verità, cosa vi ricordate dopo cinque minuti delle parole pronunciate da un cronista nel corso di un servizio televisivo?
Poco o nulla, mentre un cartello ben fatto, uno slogan azzeccato, ti colpisce, ti resta impresso nella memoria a lungo, e diventa esso stesso uno splendido strumento di propaganda.
E chi organizza qualunque corteo questo lo sa bene! Per questo anche sabato cartelli e striscioni abbondavano fra il popolo dei No Vax, No Mask, No Green Pass!
Ecco perché, quasi ad emulare Militello, trovo interessante scorrere con la memoria questi cartelli.
Molto gettonati quelli contro la “dittatura”, declinati in frasi come “Contro il passaporto schiavitù”, “Stato assassino”, “No alla tecno dittatura sanitaria”.
Ma si sono viste anche stelle di Davide con la scritta “Non vaccinati=ebrei”; molto gettonata anche l’immagine di Mario Draghi con i baffetti alla Hitler, per finire con la famigerata immagine dell’ingresso del campo di sterminio di Auschwitz con la scritta originale “Arbeit macht frei” sostituita con l’ironico “Il vaccino rende liberi”.
Non so come la pensiate, ma assimilare l’uso del Pass vaccinale a pratiche dittatoriali, francamente a me sembra un po’ eccessivo.
Poi ci sono i cartelli in un certo senso più leggeri, che non vuol dire meno aggressivi; solo meno melodrammatici.
E allora un bel “Col Cax che mi Vax”, “Metti la mascherina nel culo. Hai paura?”, “Fuck you Vaccine”, “Tamponatevi il culo”, “Il covid si cura. Non serve la puntura”, “Che Big Pharma sia con voi”, “Io sono medico di me stesso”.
Preponderanti gli slogan che fanno riferimento in generale alla “libertà”, tipo “2030 – Papi cos’era la libertà?”, “Noi non siamo cavie”, “No all’obbligo vaccinale. Si alla libertà di scelta”, “Spegni la Tv. Accendi il cervello. Libertà”, “La vaccinazione di massa è solo l’inizio”.
Non sono stati risparmiati neppure i giornalisti, che evidentemente hanno il torto di parlare di vaccini, green pass, e regole. E quindi fra i cartelli si poteva leggere “Stop dittatura. Stop giornalisti corrotti”, e le cronache riferiscono che a Padova un cameraman è stato interpellato dai manifestanti con le parole “Hai due mascherine, vergognati!”
Ma devo dirvi che quello che mi ha colpito di più era un cartello di sole due parole: “Basta Scienza”.
Perché sarà anche vero che non sempre medici e scienziati hanno dato il meglio di sé durante la pandemia, che abbiamo assistito a baruffe da “polli di Renzo”, che molti cattedratici nel tempo hanno sostenuto tutto ed il contrario di tutto, che alcuni non hanno resistito alla tentazione della notorietà mediatica, ma da questo a negare il valore della scienza in generale ce ne corre.
Leggendolo ho avuto la netta sensazione che parte della nostra società sia piegata su se stessa, rivolta all’indietro, disposta a negare l’evidenza, forse anche nostalgica in certe minoranze di tempi oscuri, in cui a dettare le regole della scienza medica erano maghi e fattucchiere.
Io credo che le proteste che abbiamo visto erano da mettere in conto, ed è facile prevedere che non saranno le ultime.
D’altronde i No vax, No Mask, No Green Pass, non sono certo stupidi, ed hanno ben capito dove si va a parare, hanno realizzato che i Governi di fronte al riaccendersi delle infezioni, se vogliono evitare nuovi lockdown non hanno altra scelta che isolare coloro che rifiutano i vaccini, limitando in qualche modo le occasioni di contagio.
Non è un caso che analoghe manifestazioni siano avvenute a Parigi come ad Amsterdam, ed in altre città del mondo.
I media ovviamente fanno da amplificatore, e in un certo qual senso fanno dimenticare che sempre di minoranze si tratta, ma sappiamo bene che una minoranza che urla fa molto più rumore di una maggioranza silenziosa.
Ciò non deve distogliere i nostri governanti, che devono continuare a mettere in campo ogni iniziativa atta al contenimento dell’epidemia, perché il loro dovere non è quello di blandire le minoranze rumorose, come purtroppo fanno alcuni nostri leader politici, bensì di tutelare la salute di tutti i cittadini, compresi quelli che non approvano il loro operato.

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