FISCO – 90 evasori vicentini tremano per la lista Falciani
Ci sarebbero anche una novantina di vicentini fra i 1264 italiani presenti nella lista Falciani, l’elenco nel quale sono riportate migliaia di evasori europei che hanno dirottato fondi in Svizzera, il cosiddetto scandalo «Swissleaks». Un elenco di 3000 persone per un corrispettivo di 741 milioni di redditi non dichiarati. Si tratta di persone che già sono sotto osservazione degli inquirenti italiano. Falciani, lo ricordiamo è un ex impiegato della banca inglese HSBC che nel 2008 rubò un elenco di clienti e li consegnò agli inquirenti francesi con i quali aveva deciso di collaborare. Ora questo secondo elenco, aggiornato, sta mettendo in subbuglio il mondo dei grandi e medi evasori che hanno eletto la repubblica Elvetica come Paese rifugio per i loro beni. I vicentini coinvolti sarebbero manager, imprenditori e professionisti o loro prestanome. Capofila dei nuovi accertamenti è in questo momento la procura di Torino, che fu la prima nel 2010 ad aprire un fascicolo e che poi inviò le carte a 120 procure, competenti in base alla residenza delle persone indagate. A fronte di 5.439 nominativi di italiani inclusi nella lista che era già stata «girata» ai Reparti della guardia di finanza, in questi anni sono stati conclusi 3.276 interventi ispettivi. Complessivamente sono stati constatati «elementi positivi di reddito non dichiarati» per 741.755.879 euro, e per 4,5 milioni di Iva.
Nella prima lista Falciani figuravano 77 vicentini, una parte dei quali erano stati perquisiti dalla Tributaria alcuni anni fa e indagati; hanno quasi tutti patteggiato la pena. Una buona parte invece si era messa in salvo grazie allo scudo fiscale approvato dal Governo Berlusconi. Sembra che oltre a questi 77, si siano aggiunte altre posizioni, per un totale di 90 persone. In concreto, i vicentini avrebbero sottratto a tassazione delle somme depositate in conti correnti alla Hsbc. Trattandosi di un deposito fatto diversi anni fa, gli inquirenti dovranno capire se le persone che hanno portato i soldi all´estero abbiano beneficiato nel frattempo del cosiddetto “scudo fiscale”. Si dovrà poi verificare se le somme dirottate all’estero superano i limiti previsti dal codice penale, per cui scatterebbe il reato.














