Ferragosto: cosa fanno e dove sono i nostri politici? (E noi li paghiamo…)

Da Ottaviano Augusto a oggi il concetto è rimasto lo stesso: ad agosto si stacca.
Lui, imperatore e maestro di marketing politico, inventò le Feriae Augusti per far contenti i sudditi e rinsaldare un po’ di consenso.
Oggi, duemila anni dopo, il rito sopravvive: il 15 agosto è il clou, ma l’operazione “chiudiamo baracca” inizia prima e finisce dopo.
Una volta a Ferragosto, il vero problema era trovare posto in spiaggia.
Ci si accontentava di qualsiasi materasso gonfiabile sgonfio in una pensione di terza fila, perché “Ferragosto è Ferragosto” e solo i reietti restavano in città a sciogliersi come ghiaccioli dimenticati.
Oggi, tra il “caro ombrellone” e il caldo che ormai ha sdoganato i 40 gradi come temperatura da ordinaria amministrazione, la spiaggia non è più la calamita di un tempo.
Quest’anno, ed è diventato il tormentone dell’estate, i sacri arenili della Patria hanno visto cali più o meno vistosi di presenze.
Il Governo minimizza, l’opposizione piange miseria, i motori di ricerca titolano compulsivamente.
Risultato, metà delle notizie parlano di lettini e tariffe da usura.
E allora la domanda: ma i politici, che tanto amano, a loro dire, sentirsi “vicini alla gente”, si adeguano e fanno vacanze low profile?
Certo che no. Perché, diciamolo, con 20mila euro al mese, chi glielo fa fare di rinunciare a un Ferragosto da cartolina?
Quest’anno hanno staccato già a inizio agosto.
Risultato: Palazzo Chigi, Camera, Senato, in modalità “torniamo il 9” (o il 10, se sei al Senato).
E non parliamo di qualche giorno di ferie: quattro settimane piene.
E’ comunque vera una cosa che in altre stagioni ho potuto constatare personalmente , ma che ritengo sia valida ancora oggi.
Le ferie non sono le stesse per un Presidente del Consiglio o per un Ministro rispetto a quelle di un deputato qualunque, uno dei tanti peones che frequentano il Parlamento sostanzialmente per alzare la manina, e la cui principale preoccupazione è cercare di restare nelle grazie del Capo per essere ricandidati.
Questi peones possono andare in vacanza dove vogliono. Nessun cittadino li riconoscerà o li importunerà, e nessuno da Roma li cercherà.
Diversa la storia per la Premier, i membri dell’Esecutivo, ed in fondo anche per i laeder dell’opposizione.
Costoro in realtà non staccano mai, perché il Paese non si ferma, ed i problemi rimangono anche a Ferragosto.
Pensate veramente che Giorgia Meloni venerdì potrà staccare la spina, od invece non sarà in qualche modo in comunicazione con qualcuno che le spieghi cosa si stanno dicendo Trump e Putin?
O che il Ministro dell’Interno possa non farsi trovare nel caso si presentasse qualunque emergenza?
Così i peones spariscono senza che nessuno se ne accorga; i big invece spostano la passerella dalle Aule ai palchi dei Festival estivi e alle Feste di Partito.
Perché agosto è anche stagione di Meeting come a Rimini, Feste dell’Unità, e comizi al sapore di salsedine.
Per di più all’inizio dell’autunno si voterà in alcune importanti Regioni, per cui i politici di rango faranno il possibile per farci delle “capatine”, per farsi vedere anche in periodo di vacanze.
Fatti tutti questi ragionamenti, non mi resta che darvi un breve bollettino su dove saranno Lor Signori il 15 agosto: Mattarella, montagna in Val di Siusi; Meloni, Ferragosto in Grecia alle Cicladi, poi Puglia; Fontana, Gargano; La Russa, Sicilia e poi forse Zoagli; Salvini, Trentino ma “operativo” (così dice lo staff); Tajani, a Fiuggi con la famiglia; Calderoli, Monferrato; Fratoianni, Grecia; Bonelli, Trentino; Schlein ancora indecisa; Calenda, Portogallo; Conte, Puglia.
Non ho trovato, ma sarà senz’altro colpa mia, la località o le località dove intenda trascorrere qualche giorno di riposo il Ministro del Turismo Daniela Santanchè. Sarebbe una informazione interessante, forse anche per i balneari che la vorrebbero già impegnata in un tavolo per affrontare i loro problemi di scarsità di villeggianti (sic!).
Il resto non ve lo dico, per non fare incazzare nessuno.
Scommetto che qualcuno sta pensando che mentre una parte dei cittadini conta le monetine per una giornata al mare, loro ricaricano le batterie in location da catalogo.
Via non fate i maligni!
Chiudo con un commento che, a tal riguardo, ho letto online: “E noi li paghiamo…”
Umberto Baldo













