17 Marzo 2023 - 9.03

Con i proibizionismi si sa da dove si parte, ma non si sa mai dove si arriva

Non si può certo accusare il nostro Governo di stare con le mani in mano.

Con tutte le rogne che si trova davanti, dalla guerra in Ucraina, all’inflazione alle stelle, alle orde di migranti pronte ad assaltare le nostre spiagge, al Mes, al Patto di Stabilità,  ai balneari, solo per citarne alcune, il nostro Ministro della Salute, invece di concentrarsi per trovare una qualche soluzione alla sempre più drammatica carenza di medici, ed all’arretramento palese del SSN di fronte alla sanità privata, trova il tempo di iniziare una nuova crociata contro il fumo.

Forse sulla scia della nuova parola d’ordine di Giorgia Meloni “daremo la caccia agli scafisti per tutto il globo terraqueo”, il prof. Orazio Schillaci, fresco titolare di Ministero, annuncia anche lui l’intenzione di “dare la caccia ovunque a coloro che fumano (comprese le sigarette elettroniche), anche all’aperto”.

Se questa intenzione diventerà norma alla fine sarà vietato fumare persino nei dehors di bar e ristoranti, nei parchi pubblici, nelle aree cani, allo stadio e nelle strutture sportive, e alle fermate dell’autobus.

A tal riguardo viene facile l’ironia: “così si potranno liberamente inalare i fumi degli scarichi degli autobus e delle auto in colonna, e comunque tutte quelle salutari polveri sottili, tipo PM10, che ormai fanno stabilmente parte dell’aere della pianura padana, senza subire l’inquinamento delle sigarette”.

Sgombro subito il campo con un “auto da fé”; ebbene sì sono un fumatore, per cui sicuramente le mie osservazioni potrebbero non essere imparziali.

Ma non sono certamente di quelli che pensano che il fumo sia innocuo, anzi.

Lo so bene che si tratta di un “viziaccio” che mina la salute e che sarebbe bene abbandonare; ma il mio spirito “liberale” mi rende anche fortemente contrario a certe forme di proibizionismo estremo. 

Mi spiego meglio.

Quando il Ministro Girolamo Sirchia nel 2003  fece approvare la prima legge contro il fumo (ma le norme entrarono in vigore nel 2005), vietando le “bionde” in tutti i luoghi chiusi, bar, ristoranti, uffici, mezzi di trasporto, cinema, io mi trovai del tutto d’accordo.

Questi divieti migliorarono senza ombra di dubbio la qualità della nostra vita.

Penso ricordiate tutti che quando si entrava in un cinema  spesso si faceva fatica a respirare, così pure nei tram, nei treni, nei ristoranti.

Certo a noi fumatori allora la proibizione costò qualche sacrificio (al cinema era bello accedersi una sigaretta), ma devo riconoscere che i vantaggi di vivere in un ambiente poco inquinato valevano la rinuncia.

E con lo stesso spirito positivo accolsi anche l’ulteriore stretta introdotta dalla Ministra Beatrice Lorenzin, che nel 2016 varò ulteriori divieti a tutela dei minori: divieto di fumo in auto con bambini, nelle pertinenze esterne degli ospedali e degli Istituti di ricovero e cura pediatrici, nonché dei reparti di ginecologia, di ostetricia e neonatologia.

Tutto bene finché si sta nei limiti della ragionevolezza, ma qui stiamo scadendo nel ridicolo, e forse anche un po’ nel grottesco! 

Anche perché francamente non capisco tutto questo accanimento contro il tabacco, che non è fuori legge in quanto commercializzato dallo Stato (e che genera introiti miliardari per l’erario), mentre lo stesso Stato sembra meno intransigente verso altre sostanze che sono altrettanto nocive, se non di più, e mi riferisco alle droghe e all’alcol.

Perché è vero che l’uso di droghe e stupefacenti resta vietato, ma nel tempo si sono introdotti i concetti di “uso personale” e di “modica quantità”, con la relativa non punibilità.

Per non parlare della veemente levata di scudi di tutti i nostri Demostene  a fronte dell’intenzione del Governo Irlandese di apporre sulle etichette di vino e liquori la dicitura: “il consumo di alcol provoca malattie del fegato” e ” l’alcol ed i tumori mortali sono direttamente collegati” (come da anni è ormai prassi consolidata sui pacchetti di sigarette, con foto piuttosto scioccanti)

Eppure buona parte dei medici conferma la pericolosità dell’alcol, soprattutto per i giovani, ma cosa volete, i nostri politici sanno bene che il vino rappresenta una bella fetta delle nostre esportazioni, per cui meglio far finta di niente, e sostenere che il “nettare di Bacco” fa bene alla salute (il che mi fa diventare un sostenitore degli irlandesi, visto che sono astemio da sempre).

Tale narrazione è ancora più evidente al cinema o in televisione, dove nei film o nelle fiction ad essere inquadrati con la sigaretta in bocca sono ormai generalmente o la feccia della società o le persone problematiche, mentre aperitivi, vini e superalcolici vengono ingurgitati a go go come se fossero  parte integrante del vivere comune.

Per non dire che sicuramente l’abuso di alcolici è causa diretta di infiniti incidenti mortali sulle nostre strade, mentre lo stesso non si può certo affermare per le sigarette fumate in auto. 

E inoltre se esistono gli ubriachi molesti e violenti nei fumi dell’alcol, io non ho mai sentito parlare di “fumatori molesti”, o che la sigaretta induca al crimine. 

Inutile dire che le incombenti misure anti-fumo sono state accolte con grande entusiasmo da parte della piazza social, a dimostrazione che i fumatori sono ormai la minoranza meno tutelata in questa nostra “Repubblica dei divieti”.

Ricordo che alla facoltà di Legge, ahimè tanti anni fa, ci insegnavano fra l’altro che le norme per essere efficaci ed applicabili devono essere “ragionevoli e sensate”. 

Ed io sono appunto convinto che prevedere una sanzione da 40 a 240 euro se ci si gusta una sigaretta “en plein air”, per strada vicino alla fermata del tram, oppure nei parchi, nelle aree cani, nei cimiteri, allo stadio e nelle strutture sportive all’aperto, sia insensato, e quindi, come sempre succede per questo tipo di norme, avranno lo stesso effetto delle ben note “grida manzoniane” (anche perché qualcuno mi deve spiegare chi farà i controlli).

Per quanto mi riguarda, già adesso mia moglie mi vieta di fumare fra le pareti domestiche perché “impuzzolentisco” le magione, per cui non mi restava che  “cicchettare” negli spazi aperti.

Se passasse la legge Schillaci francamente non saprei dove più dove indulgere nel mio vizio, se non in terrazzo, che fortunatamente è molto grande, ovviamente dopo essermi accertato che nessuna vicina sia in dolce attesa.

Mi chiedo se vedremo ancora la premier Giorgia Meloni, anch’essa tabagista, approfittare dei cortili di Palazzo Chigi o dei Ministeri per dare furtivamente due tiri in fretta e furia ad una “bionda”.

Chiudo, sempre da liberale, con una avvertenza; attenzione ai proibizionismi, perché iniziano a volte con apparente leggerezza, ma non si sa mai dove possono andare a parare.

Adesso vi lascio, e vado in terrazzo…….

Umberto Baldo

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

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