Città dai nomi insoliti: il disagio di chi ci abita

Quest’estate, molti viaggiatori potrebbero aver incontrato città dai nomi davvero particolari, capaci di divertire, sorprendere o incuriosire. Prima tappa in questo insolito viaggio è Y, un piccolo comune nella Somme il cui nome si pronuncia “I”. Secondo la leggenda, deriva dalla forma a Y del paese e i suoi abitanti sono chiamati “Ipsiloniani”, perché in greco Y si pronuncia Ypsilon.
Nonostante l’originalità, vivere in un luogo con un nome così breve può complicare la vita quotidiana. Océane, 26 anni e residente a Y, racconta: “Il nome della città deve contenere da 2 a 60 caratteri. E per noi, dato che la Y ha una sola lettera, non funziona affatto”. Anche semplici operazioni come ricevere pacchi online diventano un vero grattacapo.
Un caso simile, ma più costoso, riguarda Montcuq, nel dipartimento del Lot, oggi Montcuq-en-Quercy-Blanc dopo la fusione di cinque comuni. Qui i cartelli di ingresso e uscita della città vengono regolarmente rubati, causando ogni anno perdite fino a 10.000 euro. Per contrastare i furti, sono stati installati cartelli più grandi e meglio fissati.
Tuttavia, il nome insolito porta anche benefici. Nella cittadina di 2.000 abitanti, i commercianti vendono souvenir legati alla fama della città, come il “Monopoly Montcuq”, ormai esaurito. Per anni, anche una piccola scatola contenente “l’aria di Montcuq” è stata uno dei bestseller, oggi non più in vendita.
Ma da dove derivano questi nomi? Il linguista Médéric Gasquet-Cyrus spiega: “Cuq è una radice preceltica che indica un’altura o un promontorio. Quindi, Montcuq significa letteralmente ‘la montagna della montagna’”. Altri nomi raccontano tradizioni locali: a Glandage, nella Drôme, il nome deriva dal “diritto di raccolta delle ghiande” che permetteva ai contadini di nutrire i maiali, un gesto che all’epoca indicava un’attività concreta.
Nonostante possano creare confusione, alcune comunità hanno scelto di mantenere questi nomi, trasformandoli in punti di forza. In Austria, il villaggio di “Fucking” ha cambiato nome in “Fugging” solo quattro anni fa, una procedura rara e complessa. In Francia, invece, i sindaci cercano di valorizzare l’aspetto divertente dei nomi per creare legami e promuovere tolleranza e solidarietà tra le comunità. Alain Prigent, presidente dell’Associazione dei Comuni Francesi con Nomi Burleschi e Cantanti, osserva: “Al di là dell’aspetto divertente, c’è un messaggio serio sulla cooperazione tra comuni”. Un esempio concreto è Arnac-la-Poste, che grazie alla copertura mediatica dell’associazione è riuscita a salvare il suo unico ufficio postale.













