25 Settembre 2021 - 11.56

Buongiorno Vicenza: Quando la politica imita la tifoseria

Il pensiero di un consigliere comunale può rappresentare un’intera Amministrazione? O meglio ancora un’intera città? Certo che no. Non è così anche se la narrazione che si sta facendo intorno a Nicolò Naclerio, rappresentante di Fratelli d’Italia in Sala Bernarda, tende a definire questo, distorto, pensiero. Premesso che il delegato alla Sicurezza ha pasticciato, ma lo ammette lui per primo, va altrettanto oggettivamente osservato che la ricostruzione che si sta cercando di fare sulle responsabilità e sulle conseguenze è altrettanto pasticciata. 

In primo luogo l’istinto punitivo dell’opposizione che vorrebbe togliere la delega al consigliere meloniano non c’entra niente con la sua sortita consiliare sul DDL Zan, perchè non vi sono contestazioni su come eserciti la sua funzione, in secondo luogo è ben chiaro che sul tema oggetto dell’ostracismo di queste ore nei confronti di Naclerio vi sono prese di distanze in larghi strati della maggioranza, per primo il sindaco Francesco Rucco che non ha avuto nessuna ambiguità nè ha fatto difese d’ufficio. Ma il tentativo strisciante di dimostrare che la nostra sia una città intollerante nei confronti dei diritti civil,i e che lo sia soprattutto la maggioranza di centrodestra che la guida, è evidente anche a un bambino quando si collegano il punto di vista, piuttosto isolato, di Naclerio, al lavoro che coralmente si sta facendo per Vicenza Città della Cultura. 

Quello che accade nelle schermaglie dialettiche in aula consiliare non rappresenta lo sforzo che si sta facendo per il progetto che, al contrario, sta mettendo insieme tutti, senza esclusioni e senza pregiudizi. La Vicenza migliore è quella che sta lavorando per competere con altre importanti municipalità italiane ed aggiudicarsi un posto in prima fila tra le città che hanno un pensiero strategico sulla cultura locale ed internazionale, è quella che sta trovando faticosamente la sintesi per uscire da storiche divisioni ed antagonismi tra le forze culturali che convivono da sempre ma che quasi mai si amano, è quella che sta provando a superare per un bene più importante le rivalità e le micro rendite di posizione. Uno sforzo che va riconosciuto a chi lavora, si tratti di operatori culturali tanto quanto della politica e dei suoi protagonisti. 

Peraltro è triste vedere che le pagine della cronaca di questa settimana rappresentino i partiti solo attraverso le polemiche sul Green Pass, che serve a dimostrare una tesi, le divisioni in casa del Carroccio ed a polarizzare un duello, tutto da verificare, tra Zaia e Salvini, attraverso lo scontro sul DDL Zan con la levata di scudi su Naclerio senza tener conto della sua marginalità rispetto al pensiero condiviso della maggioranza di cui fa parte – che da lui prende chiaramente le distanze -, attraverso insomma una narrazione che sigilla un approccio tanto superficiale quanto incapace di leggere il contesto, che non fa un buon servizio nè al lettore e neppure al territorio. 

Ma la polemica, per quanto di lana grossa, attecchisce così facilmente nella cronaca anche, forse soprattutto, perchè la politica manifesta la sua debolezza scegliendo la divisività guelfo-ghibellina anzichè la rappresentazione di un disegno strategico e perfino valoriale che ci dica qual è l’obiettivo, qualcosa che vada oltre i protagonismi di maniera e spieghi finalmente un pensiero forte a tutti i livelli. 

E’ più facile fare i tifosi che giocare davvero la partita. L’unico che sembra averlo capito, e anche la vicenda di Naclerio lo dimostra, è Francesco Rucco.

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