5 Maggio 2025 - 15.10

Bambini dell’asilo in preghiera in moschea: bufera politica in Veneto, destra sul piede di guerra, PD cauto, sinistra difende iniziativa

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Sta suscitando un’ondata di polemiche, anche trasversali, la visita compiuta a fine aprile da un gruppo di bambini dell’asilo parrocchiale “Santa Maria delle Vittorie” di Ponte della Priula (Treviso) alla moschea del centro islamico di Susegana. La foto che ha fatto esplodere il caso mostra i piccoli inginocchiati sui tappeti della sala di preghiera, rivolti verso la Mecca, mentre partecipano a un momento guidato dall’Imam.

L’intento, spiegano le insegnanti, era quello di lanciare un messaggio di pace attraverso un’esperienza di dialogo tra religioni. Ma il gesto ha provocato una dura reazione, in particolare da parte della Lega e di Fratelli d’Italia. Il primo a intervenire è stato il capogruppo leghista in Regione, Alberto Villanova, che ha parlato di “immagini che fanno gelare il sangue nelle vene”. Ancor più dura l’europarlamentare leghista Anna Maria Cisint: “Non si tratta di educazione, ma di fondamentalismo, con un Imam che ha colto l’occasione per catechizzare i bambini”.

Dello stesso tono la senatrice leghista Mara Bizzotto, che ha annunciato un’interrogazione urgente al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. Secondo l’esponente di Fratelli d’Italia Elena Donazzan, “confondere le identità culturali e religiose a un’età così delicata è profondamente sbagliato”. L’assessore alla Cultura di Ponte della Priula, Francesca Caruso, ha chiesto “chiarezza sull’accaduto”, ribadendo che “il dialogo interreligioso non può equivalere alla partecipazione a riti religiosi”.

Più prudente ma comunque critico anche il segretario provinciale del Partito Democratico, Giovanni Zorzi: “Le intenzioni erano nobili, ma avrei scelto forme più laiche per esprimere un messaggio di pace, nel rispetto delle diverse sensibilità”.

La diocesi di Vittorio Veneto e il Comune non hanno rilasciato dichiarazioni. Intanto l’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto ha avviato accertamenti per verificare se siano state rispettate le norme sulla parità scolastica. Si tratta infatti di una scuola dell’infanzia non statale, iscritta alla FISM (Federazione Italiana Scuole Materne), soggetta a regole di autonomia e dotata di un proprio progetto educativo, approvato anche dalle famiglie. I genitori dei bambini, secondo quanto emerso, erano a conoscenza della visita e avevano dato il loro consenso.

Sui social della scuola l’esperienza è stata definita “emozionante”, sottolineando come l’Imam abbia illustrato ai bambini i principi fondamentali dell’Islam in un’ottica inclusiva.

A difendere l’iniziativa è la capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, Luana Zanella, che parla di “polemiche grette” e “povertà di pensiero”: “Scambiare una gita culturale per indottrinamento è offensivo e pretestuoso. Nulla di quanto avvenuto può essere legittimamente contestato”.

Resta però aperto il dibattito pubblico su come affrontare il tema del dialogo tra religioni nelle scuole, specialmente con bambini in età prescolare.

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