6 Dicembre 2016 - 15.57

ARZIGNANO – Tre grandi regali all’ospedale

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Nuove dotazioni per la Cardiologia e la Pediatria
OSPEDALE DI ARZIGNANO: UN NATALE ALL’INSEGNA DELLA GENEROSITÀ
Oggi all’ospedale Cacciavillan la cerimonia di ringraziamento di tre importanti donazioni ad opera di altrettante realtà del territorio

C’è già un clima natalizio all’Ospedale di Arzignano, dove oggi si è svolta una breve, ma sentita cerimonia di ringraziamento per tre importanti donazioni che vanno ad arricchire le dotazioni del Cacciavillan. «Voglio manifestare tutta la mia riconoscenza – ha sottolineato il Commissario dell’ULSS 5 Giovanni Pavesi – per le aziende e i privati cittadini che hanno reso possibile queste tre nuove acquisizioni. Ancora una volta si conferma così la grande generosità e attenzione per le strutture sanitarie del territorio che caratterizza questa comunità. Le nuove apparecchiature donate – per un valore complessivo di oltre 55 mila euro – rappresentano uno strumento, ma allo stesso tempo un impegno ad assistere i pazienti in modo sempre più migliore».
Più in dettaglio, il Rotary Club di Arzignano ha consegnato all’Unità Operativa di Pediatria un nuovo ecografo a colori portatile, caratterizzato da particolari doti di versatilità e da un’eccellente qualità delle immagini, in grado quindi di rendere più semplice e affidabile l’attività diagnostica. L’apparecchiatura è completa di una serie di sonde specifiche per la diagnostica addominale, l’ecografia cranica, la cardiologia neonatale, ma anche per la diagnostica delle anche, dei tessuti superficiali e muscolo-scheletrica, oltre che di un sistema avanzato per lo studio dei flussi ematici. La possibilità inoltre di essere utilizzato senza collegamento alla rete elettrica e la grande maneggevolezza lo rendono facilmente trasportabile al letto del paziente e utile in particolare in campo neonatale, potendo così eseguire l’ecografia transfontanellare nella termoculla del neonato senza doverlo spostare in altri reparti. Non solo, ma il nuovo ecogrado consente anche di monitorare le patologie polmonari nel tempo, evitando così la ripetizione – potenzialmente dannosa – di più radiografie in un arco temporale ristretto.
Sono destinate invece all’Unità Operativa di Cardiologia altre due importanti donazioni: un ergospirometro correlato di elettrocardiografo per l’esecuzione di test da sforzo cardiopolmonare, grazie alla generosità dell’azienda Trevisan Macchine Utensili di Sovizzo, e un analizzatore vettoriale di bioimpedenza – per la valutazione bioimpedenziometriche – da parte della Fondazione Antonio Ferrari di Arzignano. Il test cardiopolmonare e la bioimpedenziometria rappresentano strumentazioni importanti, in quanto permettono l’ottimizzazione della terapia medica e l’individuazione precoce di pazienti a rischio di ospedalizzazione e di complicanze cliniche. Tali apparecchiature, inoltre, assicurano la possibilità di offrire un’assistenza qualitativamente elevata in particolare ai pazienti affetti da scompenso cardiaco cronico che rappresenta la prima causa di morte in Italia. Più in dettaglio, Il test da sforzo cardiopolmonare è un esame strumentale diagnostico non invasivo che permette di valutare l’adattamento allo sforzo sia nei soggetti sani che in quelli affetti da patologie cardiache e/o polmonari. Rispetto ad un normale elettrocardiogramma da sforzo, permette di valutare oltre all’andamento dell’elettrocardiogramma sotto sforzo, anche il metabolismo cardiaco e i parametri ventilatori, come il consumo di ossigeno e la produzione di anidride carbonica. L’insieme di questi indici aiuta a comprendere l’adattamento all’esercizio fisico da parte del paziente dal punto di vista cardiaco, polmonare, muscolare e metabolico. Dal punto di vista cardiologico il test cardiopolmonare trova la sua applicazione nella valutazione del paziente affetto da scompenso cardiaco, nella cardiopatia ischemica e nella riabilitazione cardiologica: è inoltre un test indicato alle persone affette da patologie respiratorie (bronchite cronica, enfisema polmonare) fornendo indicazioni importanti sulla gravità della malattia e sulla sua evoluzione e permette di valutare l’eventuale approccio terapeutico-riabilitativo. Infine può essere utilizzato in ambito sportivo per valutare il grado di allenamento dell’ atleta e identificare le strategie più efficaci per migliorarne la performance.
La bioimpedenziometria (BIVA), invece, è una delle metodiche più attendibili e meno invasive per valutare la composizione corporea: massa grassa, massa magra, e stato di idratazione. In particolare, nel paziente affetto da scompenso cardiaco l’equilibrio idrico è fondamentale in quanto, il “cuore affaticato” non riesce a garantire un’adeguata perfusione renale. In questo contesto, i dati forniti dalla BIVA facilitano grandemente il medico nell’attività terapeutica, potendo monitorare l’esatto stato di idratazione del paziente grazie ad un semplice esame non invasivo e indolore della durata di pochi secondi, misurando con 2 elettrodi a livello del dorso della mano e 2 a livello del dorso del piede la conduzione elettrica dei tessuti e del liquido interstiziale. La disponibilità di tale apparecchio, dunque, permette di offrire al paziente con scompenso cardiaco una strategia terapeutica supportata da informazioni obiettive e documentate e quindi più efficace. Inoltre nell’ambito dell’ assistenza dei pazienti afferenti all’ “Ambulatorio Scompenso” di Arzignano, permette l’identificazione ed il trattamento precoce di coloro a “maggior rischio di accumulo”, evitando quindi la manifestazione clinica acuta ed il ricovero ospedaliero per scompenso.

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