13 Novembre 2015 - 18.44

L'abate spendaccione ha fatto shopping anche a Vicenza, ecco dove

vittorelli

Sembra più la descrizione degli svaghi di un principe rinascimentale che il racconto di una vita di religione, castità e povertà di un uomo di chiesa. E’ bufera sull’abate di Montecassino, Pietro Vittorelli dopo l’operazione del nucleo speciale di polizia valutaria delle Guardia di finanza di Roma che ha portato alla luce uno scenario inquietante.
Seicento euro per una cena, 1100 in profumeria, 7000 per un hotel di Londra. Un buon modo per impiegare i soldi dell’otto per mille. Il 3 agosto 2013 saldò il conto di una vacanza all’Hotel Fasano di Rio de Janeiro alla cifra tutt’altro che low cost di 23090 euro. Secondo l’accusa si sarebbe appropriato di 500 mila euro e li avrebbe riciclati per fini personali con la collaborazione del fratello. Di qui il reato contestato di appropriazione indebita insieme al riciclaggio: Vittorelli ha quattro appartamenti a Roma e a San Vittore del Lazio e due magazzini, probabilmente provento dell’attività illecita.
Scorrendo l’elenco delle spese si scopre che è stato anche a Vicenza. Massimo Vittorelli è oggi indagato per riciclaggio perché con l’aiuto del fratello aveva occultato il mezzo milione di euro depositato sul conto dell’abbazia aperto allo IOR per utilizzarli a fine personali. Tutto ricostruito dal generale Giuseppe Bottillo del Nucleo Valutario della Guardia di Finanza guidato ha ricostruito ogni «uscita».
Nel 2013, dopo aver trascorso l’estate in Sudamerica, Vittorelli rientra in Italia. Il 14 ottobre è all’Hotel Principe di Savoia a Milano e paga 2.086 euro. A novembre va invece a Vicenza, si dedica allo shopping. Spende 1.490 euro presso la pellicceria di Bottega Veneta. . L’anno precedente aveva soggiornato nel resort termale di San Casciano ai bagni, in Toscana, spendendo 3.500 euro. A febbraio, per quattro giorni, era stato al Corinthia di Londra pagando un conto da oltre 5.000 euro. Il giorno dopo è a St. Moritz. Il 17 aprile 2012 aveva comprato vestiti da Ferragamo a Milano per 415 euro e poco dopo entra da Prada dove acquista capi per 1.390 euro. Vi è poi il contro dei ristoranti: 3 aprile 2014, ristorante Piccolo lago di Verbania, 614 euro; 25 aprile 2014, Sushi Samba di Londra, 690 euro; 23 luglio 2014, ristorante Antico Arco di Roma, 421 euro; 4 febbraio 2013, ristorante San Lorenzo di Roma 800 euro; 27 maggio 2013, ristorante Mirabelle di Roma, 1.279 euro. Il 28 ottobre 2014 entra da Gucci a Roma e spende 1.090 euro, il 6 febbraio dell’anno precedente in una salumeria della capitale era riuscito a comprare cibo per 800 euro.
Centinaia di euro sono stati spesi per collegarsi a siti internet specializzati in incontri. Del resto il fatto che in vacanza non andasse da solo è accertato dall’identità degli intestatari dei biglietti aerei addebitati sui conti correnti aperti presso svariati istituti di credito. L’indagine avviata dalla procura di Roma, che ha già chiesto e ottenuto un sequestro di beni per 500.000 euro, dovrà invece stabilire eventuali altre complicità. A sequestrare l’ingente somma sono stati gli uomini del nucleo speciale di polizia valutaria delle Guardia di finanza di Roma che hanno eseguito un provvedimento firmato dal Gip del tribunale romano, Vilma Passamonti, su richiesta del pm Francesco Marinaro. L’indagine è stata condotta dalla procura di Roma.

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