Veneto, venerdì di sciopero: rischio ‘tilt’ per i trasporti pubblici

Venerdì 28 novembre il Veneto si prepara a una giornata complicata sul fronte della mobilità: lo sciopero generale di 24 ore proclamato da varie sigle sindacali coinvolgerà trasporti ferroviari, locali e aeroportuali, con ripercussioni attese già dalla serata precedente.
I primi disagi potrebbero registrarsi dalle 21 di giovedì 27 novembre, quando il personale del Gruppo FS, Trenitalia, Trenitalia Tper e Trenord aderirà allo stop. Nelle 24 ore successive saranno assicurati solo i servizi essenziali nelle fasce di maggior affluenza, dalle 6 alle 9 e dalle 18 alle 21. I treni già in viaggio all’inizio dell’agitazione potranno arrivare a destinazione soltanto se raggiungibile entro un’ora; in caso contrario, potrebbero fermarsi in una stazione precedente. Garantiti invece i convogli a lunga percorrenza previsti dalle tabelle ufficiali.
Pesanti le ricadute anche sul trasporto locale veneziano e metropolitano: vaporetti, autobus, tram e people mover potrebbero subire sospensioni per l’intera giornata. Actv indica come garantite solo le corse automobilistiche e tranviarie in partenza dai capolinea tra le 6 e le 8.59 e tra le 16.30 e le 19.29, mentre nel servizio di navigazione resteranno attivi i collegamenti minimi e alcune tratte di nave traghetto su prenotazione per i titolari di tessera Imob. Possibili adesioni allo sciopero anche nei parcheggi in struttura Avm, nei servizi Vela e nella rete Venezia Unica.
Disagi attesi inoltre per gli utenti delle altre aziende di trasporto regionale: Atvo assicurerà le corse iniziate nelle fasce 6–9 e 12–15 fino al capolinea, mentre ripercussioni sono previste anche per Mom–Mobilità di Marca e Arriva Veneto.
La mobilitazione riguarderà anche il comparto aereo, con rischio di cancellazioni e ritardi per voli negli scali italiani, incluso il Marco Polo di Tessera. Sulle autostrade, il personale operativo incrocerà le braccia dalle 22 del 27 novembre alle 22 del giorno seguente.
Le organizzazioni promotrici motivano lo sciopero chiedendo il riconoscimento dello Stato di Palestina, lo stop all’invio di armi in Ucraina e Palestina, maggiori investimenti in sanità, trasporti e welfare, salari e pensioni più alti, l’introduzione di un salario minimo da 12 euro l’ora, oltre all’abolizione dell’Iva sui beni essenziali e alla redistribuzione degli extra-profitti.
Ulteriori informazioni su treni garantiti, rimborsi e riprogrammazione dei viaggi sono disponibili sui portali delle aziende di trasporto e tramite le rispettive app di infomobilità.













