24 Ottobre 2025 - 11.02

Attaccamento ansioso-evitante: queste coppie sono destinate al fallimento?

Da un lato c’è chi desidera amare ed essere amato, ma teme la vicinanza e l’attaccamento. Dall’altro, chi cerca continue rassicurazioni, segni sempre più forti di affetto e di impegno.
È l’incontro tra due mondi opposti: quello dell’attaccamento evitante e quello ansioso. Quando queste due modalità relazionali si incontrano, spesso si crea un equilibrio instabile. Uno fugge, l’altro rincorre; uno teme di perdere sé stesso, l’altro teme di perdere l’altro.

Due paure, una radice comune

Le persone con attaccamento ansioso vivono il timore costante di essere abbandonate: cercano la fusione, la conferma, la presenza, fino a esaurirsi. Quelle con attaccamento evitante, invece, temono di essere soffocate dalla relazione: si allontanano non appena sentono l’altro troppo vicino.
Entrambe, però, reagiscono alla stessa paura di fondo: quella del rifiuto e del dolore emotivo.

Chi tende all’evitamento non fugge dall’amore, ma dalla sofferenza che crede inevitabile quando si ama. Spesso ha interiorizzato, fin dall’infanzia, l’idea che affezionarsi significhi esporsi al rischio di soffrire. Questo schema può svilupparsi in contesti familiari in cui i genitori erano emotivamente distanti, assenti o incapaci di comunicare affetto.
Da adulti, queste persone tendono a mantenere il controllo, a non lasciarsi coinvolgere troppo e a fuggire dall’impegno per proteggersi.

L’altro lato della stessa paura

La persona con attaccamento ansioso, invece, reagisce in senso opposto. Teme la solitudine e cerca di trattenere l’altro, convinta che l’amore vada conquistato e mantenuto attraverso uno sforzo continuo. Anche in questo caso, le origini risalgono spesso all’infanzia, quando i bisogni emotivi non sono stati riconosciuti o soddisfatti.
Da adulti, questo può tradursi in una costante ricerca di rassicurazioni, nella paura del distacco e in una forte dipendenza affettiva.

Due strategie di sopravvivenza emotiva

L’attaccamento ansioso e quello evitante sono, in realtà, due modi diversi di rispondere alla stessa insicurezza. Sono strategie del sistema nervoso per evitare il dolore della perdita o del rifiuto.
Chi è ansioso teme di rimanere solo e resta nella relazione anche quando soffre; chi è evitante preferisce allontanarsi per non sentirsi vulnerabile.

Restare in una relazione solo per paura della solitudine è comunque una forma di evitamento: significa rinunciare alla possibilità di un legame autentico, pur di preservare un equilibrio che non funziona.
In fondo, entrambe le persone cercano la stessa cosa: sentirsi al sicuro. Solo che una stringe troppo forte e l’altra scappa troppo in fretta. E finché è la paura a guidare l’amore, la distanza tra i due rimane la stessa — percorsa da direzioni opposte.

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