Stai facendo il minimo indispensabile al lavoro e ti senti costantemente a disagio… E se fosse un “crack silenzioso”?

A differenza delle dimissioni silenziose, che rappresentano una scelta volontaria, le cosiddette “scelte silenziose” sono forzate e nascono in ambienti lavorativi stressanti, come conseguenza di una sensazione diffusa di disagio.
Secondo Peter Duris, co-fondatore dell’app Kickresume, intervistato da VICE, si tratta di un processo insidioso: «Si insinua lentamente ma inesorabilmente nei lavoratori e, prima che se ne rendano conto, vengono completamente esclusi dal loro ruolo».
Le cause individuate sono molteplici: cattiva gestione, leadership tossica, stagnazione professionale e mancanza di opportunità di crescita. «I dipendenti hanno la sensazione di essere privati del supporto dei loro manager e di rimanere bloccati. Senza prospettive di crescita e senza un obiettivo chiaro, possono chiedersi quale sia il senso del loro ruolo. Questo spesso porta a insoddisfazione e demotivazione», aggiunge Duris.
La fase che precede il burnout
Le “scelte silenziose” sono considerate una fase che può anticipare il burnout. Lo sottolinea la career coach Emily Button-Lynham, intervistata da Stylist: «Il quiet cracking presenta elementi tipici dei sintomi del burnout e, se non affrontato, può portare al burnout».
I segnali, spiega l’esperta, variano da persona a persona: apatia, rabbia, risentimento, eccessiva emotività, cinismo, negatività, mancanza di entusiasmo e senso di confusione. Riconoscere queste avvisaglie è fondamentale per evitare che piccole “crepe” si trasformino in crolli più gravi.
Come affrontare il problema
Il primo passo, secondo Button-Lynham, è identificare le cause dell’infelicità lavorativa e accettare le proprie emozioni, senza nasconderle. Una volta chiarite le esigenze personali, può essere utile confrontarsi con i superiori: chiedere maggiori opportunità, più ascolto o un carico di lavoro sostenibile.
Dimettersi non deve essere l’unica opzione: «Forse il problema principale che odi del tuo lavoro è legato al modo in cui comunica il tuo manager – spiega la coach –. Un passo successivo potrebbe essere quello di avere una conversazione aperta e onesta con lui sull’impatto della situazione».
Osare discutere e chiarire le proprie aspettative, conclude, può aprire la strada al cambiamento e a un dialogo costruttivo, evitando che il malessere degeneri in burnout.













