VICENZA – Botte alla figlia perché va male a scuola
Brutti voti e conseguenti punizioni. Per quanti è stato così! In quest’occasione, però, la punizione sembra essere stata troppo dura. E’ il caso di un’operaio vicentino che, secondo l’accusa, avrebbe alzato le mani sulla figlia di 9 anni quando quest’ultima avrebbe portato a casa delle insufficienze. L’uomo si difende tirando in ballo l’educazione: il suo sarebbe stato solo un metodo per educare la figlia, troppo viziata da mamma e nonni. Premio se va bene, punizione se va male. D’altro canto, la bambina, dopo la denuncia da parte della madre, avrebbe confermato le botte agli psicologi e, prima, alle maestre chiedeva di non scrivere i voti sul quaderno per paura delle conseguenze.
Ma partiamo dall’inizio. Lui, il padre, 40enne; lei, la mamma, 37enne, impiegata. Per anni i due hanno convissuto, dalla loro unione era nata anche quella bambina. Poi i litigi ed infine la separazione: nei mesi scorsi l’uomo è stato allontanato da casa dal giudice civile. Così, i due si erano presentati in tribunale per risolvere le questioni inerenti alla casa, alle proprietà comuni e, soprattutto, all’affidamento della bambina. E’ stato proprio in questa sede che la donna ha raccontato quello che accadeva tra le mura domestiche: il compagno non condivideva i metodi educativi dei genitori di lei, i nonni, che rimanevano con la bambina durante il giorno, quando mamma e papà erano a lavoro. L’uomo si è difeso dicendo che le sue erano solo punizioni, ma ora può vedere la bambina solo accompagnato.














