12 Novembre 2021 - 8.47

Reddito di Cittadinanza: ma cosa dobbiamo scoprire ancora?

Per essere aggiornato sulle notizie del Veneto iscriviti al gruppo Facebook: VENETO NOTIZIE Per essere aggiornato con Tviweb entra nel GRUPPO FACEBOOK TVIWEB - NOTIZIE VICENZA E PROVINCIA (Clicca qui)

Ma cosa dobbiamo scoprire ancora per decidere che il Reddito di Cittadinanza così com’è regolato proprio non va?
Cosa dobbiamo scoprire ancora per realizzare che stiamo regalando soldi a criminali e malavitosi?
Cosa dobbiamo scoprire ancora per mettere fine ad una misura che viene vista anche fuori dai nostri confini come una “cuccagna”?
Hanno voglia i sostenitori del Reddito, che rappresenta il “fiore all’occhiello” (sic!) della politica grillina, a dire che le truffe ai danni dalla finanza pubblica in Italia ci sono sempre state, e che ci saranno anche nel futuro.
Vero, ma è altrettanto vero che i cosiddetti “furbetti del reddito” hanno vita facile perchè si è deliberatamente scelto in nome dell’urgenza di “eliminare la povertà” nel nostro Paese (ricordate la surreale manifestazione dei parlamentari grillini quando venne approvato il RdC?) di eliminare molti controlli “a monte”, dando così via libera ad ogni sorta di malversazione.
Guardando le scene postate su Tik Tok da una truffatrice che ridendo esibisce e gioca con una mazzetta di banconote, come fossero quelle del Monopoli, viene da sbattere la testa contro un muro per la rabbia.
Intendiamoci, non è la prima truffa scoperta dalle forze dell’ordine.
Le cronache relative a soldi percepiti indebitamente a titolo di RdC da persone che non ne avevano diritto ci hanno accompagnato fin da quando sono cominciate le erogazioni da parte dell’Inps.
Ma questa, resa nota ieri dalla Guardia di Finanza di Cremona, è forse la truffa più inquietante, perchè mette a nudo, come scrive il Gip Teresa de Pascale, “un fenomeno criminale organico e unitario”.
In estrema sintesi il blitz delle Fiamme Gialle, che si inserisce in un’ampia indagine che coinvolge 9mila persone, ha individuato come “mente della truffa” una banda di rumeni che, con l’aiuto di alcuni cittadini italiani (alcuni complici, altri probabilmente vittime di un’estorsione), si recava in determinati centri di assistenza fiscale (Caf) presentando le richieste e i codici fiscali di 9mila cittadini romeni, la maggior parte dei quali non aveva nemmeno mai messo piede in Italia, sostenendo però che queste persone esistessero e vivessero nel nostro Paese da almeno 10 anni. Fra l’altro, particolare da non trascurare, indicando per la maggior parte di essi lo stesso numero di telefono, e lo stesso indirizzo.
Fra questi beneficiari c’erano anche soggetti destinatari di ordini di cattura, e persino morti, come una donna vittima di omicidio nel 2013.
Una volta espletate le pratiche presso i Caf, c’era poi chi si recava alle Poste a ritirare le “card” atte a ritirare il sussidio.
Al momento sono state emesse sedici ordinanze di custodia cautelare (con accuse a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alle estorsioni, e al conseguimento di erogazioni pubbliche, truffa aggravata ai danni dello Stato, ed estorsione) da parte dei finanzieri del comando provinciale di Cremona in un blitz che ha interessato anche le province di Lodi, Brescia, Pavia, Milano, Andria, Barletta e Agrigento.
Il raggiro a regime sarebbe costato alle casse dello Stato ben 60 milioni di euro, ma c’è da dire che il gruppo criminale è comunque riuscito ad intascare illecitamente 20 milioni.
Le modalità di questa truffa sono indicative delle “pecche”, per usare un eufemismo, della normativa sul Reddito di Cittadinanza.
Ad esempio, poiché nella fattispecie ognuno di questi criminali ha presentato in qualità di delegato fino a trecento richieste di Reddito di cittadinanza, viene da chiedersi: possibile che non si possa prevedere un momento in cui il richiedente il Reddito debba presentarsi “di persona” in qualche ufficio pubblico per farsi identificare?
Caspita, a noi cittadini italiani per rilasciarci lo Spid ci chiedono di andare in un Ufficio Postale per farci riconoscere, mentre questi possono ottenere una card che permette di intascare soldi dello Stato senza neanche farsi vedere in faccia.
Non voglio neanche immaginare i sorrisi di compatimento che faranno i cittadini degli altri Paesi europei leggendo sui nostri giornali che gli indagati commentavano i buchi del nostro sistema pubblico dicendo: “Sti coglioni dell’Inps hanno accettato le domande dei romeni”.
Possibile che a nessuno venga in mente che in qualche modo nell’iter di concessione del RdC debbano venire maggiormente coinvolti i Comuni, che sono gli unici in grado di verificare se una persona, specialmente se straniera, risieda o no in Italia?
Possibile che a nessuno venga in mente di limitare, io direi addirittura di eliminare, la possibilità di presentare domande in qualità di delegato?
Sia chiaro che nessuno sano di mente crede più alla favola sbandierata da Luigi Di Maio e compagnia cantante grillina che il Rdc avrebbe facilitato l’inserimento dei disoccupati nel mondo del lavoro.
Anzi è vero il contrario, in quanto è evidente che questa misura favorisce in qualche modo il lavoro nero, esaltando per di più l’ “allergia al lavoro” di molti giovani.
Ma preso atto che si tratta di una delle tante misure assistenziali presenti nel nostro Paese, almeno Lor Signori facciano in modo che arrivi a chi ne ha veramente bisogno, e non a mafiosi, truffatori e fannulloni di ogni risma.
Ovviamente, come sempre succede in questi casi che imbarazzano i sostenitori del Rdc, questi si sono fiondati a denunciare – parole del Ministro del lavoro Andrea Orlando – “una ignobile campagna politica in atto che identifica percettori del reddito e furbetti”.
Di contro sei governatori della Lega, Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia), Attilio Fontana (Lombardia), Maurizio Fugatti (Provincia autonoma di Trento), Christian Solinas (Sardegna), Donatella Tesei (Umbria) e Luca Zaia (Veneto), in una nota hanno chiesto lo stop al rifinanziamento della misura con queste parole: “Il rifinanziamento del reddito di cittadinanza non sortisce solo l’effetto di impegnare ingenti risorse su una scelta assistenzialista, sottraendole a politiche attive capaci di stimolare la ripresa del lavoro e l’innalzamento dei livelli occupazionali, ma espone ulteriormente il sistema-Paese a truffe milionarie ordite da organizzazioni criminali a danno dei conti pubblici”.
Non ho paura di espormi dicendo che la penso come i Governatori.
Perchè non riesco ad accettare che, per l’incapacità dello Stato di effettuare i doverosi controlli, 20 milioni di euro siano finiti nelle tasche di questi truffatori, mentre per i medici e gli infermieri che lavorano nei Pronto Soccorso, molti dei quali stanno chiedendo il trasferimento per i carichi di lavoro inaccettabili, nella Finanziaria si sono trovati con difficoltà 90 milioni per un bonus.
No, proprio non riesco a farmela andare giù, a maggior ragione se a raggirare il nostro Stato sono cittadini di altri Paesi, facendosi per di più beffe di noi sui social media!
E spero che la mia indignazione, assieme a quella di molti altri cittadini italiani, aiuti il Presidente Draghi a vincere ogni ritrosia di chi si oppone ad apportare opportune modifiche alle norme che regolano il RdC.
A questo punto ne va della credibilità dello Stato!
Umberto Baldo

Per essere aggiornato sulle notizie del Veneto iscriviti al gruppo Facebook: VENETO NOTIZIE Per essere aggiornato con Tviweb entra nel GRUPPO FACEBOOK TVIWEB - NOTIZIE VICENZA E PROVINCIA (Clicca qui)
VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

Potrebbe interessarti anche:

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
CAPITALE CULTURA
UNICHIMICA