24 Ottobre 2019 - 11.56

Percepivano indebitamente contributi milionari per energie rinnovabili: maxi-sequestro milionario della Finanza

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Energie rinnovabili: danno erariale di 65 milioni di euro, sequestri per 45 milioni di euro. Maxi-operazione delle Fiamme Gialle fra NordEst e Basilicata

(immagine archivio generica)

Su richiesta di questa Procura Regionale, il Presidente della Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti di Venezia ha disposto il sequestro di denaro, beni immobili e impianti per circa 45 milioni di euro nei confronti di un gruppo di società operanti nel settore delle energie rinnovabili, responsabili di un danno erariale di oltre 65 milioni di euro derivante dall’indebita percezione di contributi pubblici erogati dal Gestore dei Servizi Energetici.

I sequestri sono stati eseguiti in questi giorni dagli Ufficiali giudiziari, con l’ausilio della Guardia di Finanza dei Comandi Provinciali di Venezia e di Bolzano. L’istruttoria erariale è scaturita da pregresse indagini di polizia giudiziaria eseguite dal Nucleo di polizia economico finanziaria di Bolzano, che avevano portato alla denuncia alla Procura della Repubblica di Matera di una truffa aggravata ai danni dello Stato posta in essere dagli amministratori di una società italiana — la QCII Basilicata s.r.1. con sede originariamente a Padova e successivamente trasferita a Bolzano — che aveva fraudolentemente ottenuto incentivi pubblici a valere sul “I Conto Energia” e “per il ritiro dedicato dell’energia a prezzi minimi garantiti” per il fotovoltaico.

In seguito alle indagini, nel gennaio 2019 è stata avviata la conseguente indagine erariale, finalizzata ad accertare eventuali correlati profili di danno derivanti dall’indebita percezione delle predette erogazioni da parte della citata QCII Basilicata s.r.l..

I successivi accertamenti eseguiti su delega delle Procure della Corte dei Conti di Venezia e di Bolzano dai finanzieri dei locali Nuclei di polizia economico finanziaria, hanno permesso di accertare che la QCII Basilicata s.r.l.:

  • è proprietaria di 9 parchi fotovoltaici in Basilicata, di cui 6 con potenza superiore a 1
    megawatt e 3 con potenza superiore a 100 kilowatt su particelle catastali contigue, per una
    superficie totale di 290.000 mq, pari a 40 campi di calcio;
  • locato i 9 parchi a 40 società veicolo (aventi tutte la stessa denominazione, medesimo
    indirizzo, prive di uffici, organizzazione imprenditoriale e dipendenti), interamente
    partecipate dalla stessa capogruppo, in modo da dividere i parchi in 246 impianti
    fotovoltaici e far risultare, mediante false dichiarazioni rese al G.S.E., che ciascuno dei
    suddetti parchi fosse in realtà di potenza inferiore a 50 kilowatt.

Attraverso tale artificio le 40 società hanno potuto percepire gli incentivi pubblici riservati esclusivamente ai parchi fotovoltaici di potenza inferiore a 1 megawatt (I Conto Energia) e a 100 kw (ritiro dedicato), per un importo complessivo superiore ai 65 milioni di euro.

Le somme percepite da ciascuna società veicolo sono state poi da queste ultimé retrocesse alla capogruppo “mascherate” come pagamento dei canoni di locazione degli impianti medesimi.

All’esito delle attività di polizia erariale, la Guardia di Finanza di Venezia e Bolzano ha segnalato un danno erariale pari all’importo complessivo dei contributi illecitamente percepiti a carico della società capogruppo, delle 40 società e di 8 persone fisiche italiane e tedesche, di cui circa 45 milioni di euro di competenza territoriale della Procura contabile di Venezia e i restanti 20 milioni di euro di quella di Bolzano.

A garanzia dell’erario, è stato proposto ed ottenuto il sequestro cautelare emesso dal Presidente della Sezione Giurisdizionale della Corte dei Conti di Venezia, che ha interessato:

  • beni immobili costituiti da 246 impianti fotovoltaici ubicati in provincia di Matera per un
    valore calcolato in euro di oltre 37 milioni di euro, di proprietà della società capogruppo;
  • diritti di superficie su terreni in provincia di Matera per un valore calcolato in euro di 2,2
    milioni di euro detenuti dalla medesima capogruppo;
  • somme presenti sui conti correnti bancari intestati alle 41 società, per un valore
    complessivo di euro oltre 650.000 euro;
  • 2 beni immobili siti in ambito nazionale per un valore calcolato in euro di 282.000 euro di
    proprietà al 50% di 2 amministratori del gruppo societario.

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