18 Gennaio 2014 - 9.53

QUEEN BEES AND WANNABES, benvenuti nel magico mondo delle donne.

mean g
Guardavo Mean Girls, diciamo per la duecentomillesima volta, quando ebbi un’illuminazione: perché non scrivere un post sul minaccioso e terribile mondo delle ragazze?
Sì perché, in un periodo pressappoco indefinito che va dalla preadolescenza ai 20 anni, le ragazze diventano temibili cecchini, pronte a sparare su chiunque a patto che sia dello stesso sesso*. Eh già… La cattiveria femminile è rivolta quasi esclusivamente verso altre donne; il concetto di solidarietà, per noi donne, è decisamente sconosciuto.

*Badate bene, parlo in prima persona perché mi piace pensarmi una narratrice estranea alla vicenda, onnisciente e super partes…ma pure io sono stata adolescente.

FASE 1: L’innocenza
Le bambine giocano assieme con le Barbie. Litigano, va bene, ma poi fanno pace. Verso i dieci anni i litigi avvengono più frequentemente e, in genere, la causa scatenante è simile a questa:
“Facciamo che io ero la più bella”
“No, la più bella ero io. Vuoi sempre essere tu la più bella.”
“Ma allora facciamo che tu eri la seconda più bella… Però Ken era il mio fidanzato!”
“No, Ken era il mio fidanzato! Se vuoi essere la più bella lasciami Ken almeno..” *

*ndr: ma-però è sbagliatissimo, lo so, come è sbagliatissimo non usare il congiuntivo, ma mi servono per ricreare la vera essenza della discussione. NON PARLATE COSI’ NELLA VITA REALE (a meno che non abbiate dieci anni e stiate giocando con le Barbie)!

Solitamente il bisticcio si concludeva con la vostra amica che, come al solito, faceva la parte della più bella e, per una distribuzione ineguale delle parti, si pigliava pure Ken lasciandovi, come si dice dalle mie parti, in braghe de tela. Ma non c’era cattiveria, o meglio stava maturando. Al momento, se si litigava, c’era speranza di non portare rancore.

FASE 2: Le medie
Eccola, l’età della stupidità. L’età dell’incoerenza e del gregge da seguire*.

*Alle medie mia madre mi diceva sempre “Ma se ******** si buttasse nel fiume, tu le andresti dietro come una pecora?”. Provvida sventura avere una madre arguta: a 12 anni la detesti, ma poi a 16 la ringrazi per averti “insegnato” che avere una personalità è più importante di apparire figa (perdonate lo slang). gg2

E’ in questo superlativo (PAY ATTENTION: arriva il mio sarcasmo) periodo (a mia opinione il più controproducente dell’effimera esistenza di ogni essere umano) che il seme della discordia germoglia. Si arriva dunque a questa situazione:
se sei brava a scuola, i tuoi compagni non bravi ti sfottono
se non sei brava a scuola, i tuoi compagni bravi ti sfottono
se hai gli occhiali, ti sfottono
se hai l’apparecchio, ti sfottono
se sei carina, ti sfottono ugualmente perché tu sfotti loro
se tu non sfotti nessuno, ti sfottono perché non hai le palle di sfottere
E più ti sfottono, più tu ti chiudi; così accumuli rancori e disprezzo nei confronti del genere umano, non esci con nessuno e a 14 anni non vedi l’ora di iniziare il liceo per non vedere più ogni mattina le loro brutte facce.

FASE 3: La pubertà
Ma, con l’avvento del liceo, una ragazza apre le sue prospettive ed inizia a rapportarsi* non più solo con idioti brufolosi coetanei, ma con maschi che hanno persino ben 4 anni di più, e gli ormoni iniziano a lavorare.

*NDR: se per rapporto intendiamo guardare da distante (sbavando) con aria di ammirazione.

E’ a questo punto che la rabbia nei confronti del genere umano, accumulata negli anni, esplode tutta quanta contro altre ragazze. Dicesi distribuzione ineguale delle colpe.
Ma dico, superati i 20 sembra una cosa così ovvia. Perché prendersela con le ragazze, che potrebbero essere fedeli alleate in una silenziosa lotta contro il maschilismo (profondamente radicato nella mentalità dell’uomo contemporaneo, nonostante vogliano tutti farci credere che non è così), facendo magari passare terribili torti di ragazzini insulsi solo perché si è troppo prese a farsi la guerra a vicenda? L’archè del mondo delle ragazze è la sfiducia: non ci si fida di nessuno per nessuna ragione!

In un mondo in cui prevale la mentalità per la quale se non attacchi hai paura di essere attaccata, la violenza è reciproca e continua.
Ora, io ci sto scherzando sopra, ma è la pura e semplice verità. Perché se una ragazza ruba il fidanzato ad un’altra, quest’ultima se la prenderà, certo, con entrambi…ma con lei a morte (e la segnerà fino alla fine dei tempi) e con lui un po’ meno (magari perdonandolo la prima volta che lui invocherà clemenza promettendo fedeltà e giurando di essere cambiato) E ancora, perché una ragazza odia le ex del proprio fidanzato, che con tutta probabilità neppure conosce? Non sarebbe più facile odiare il proprio fidanzato per aver avuto delle storie prima di noi (un po’ come fanno loro, che sono gelosissimi, ma poi sarebbero capaci di stringere una super amicizia con il nostro ex)?

Io, che ho passato gli anni del liceo in una classe quasi femminile, ne ho viste di tutti i colori. Le mie compagne di classe facevano la guerra persino per i voti nelle versioni di greco*.

*ho capito che traducevamo delle Guerre Persiane…ma tu non sei Leonida, e questa non è Sparta! Oh my gosh, è solo una comunissima classe di liceo!

A 18 anni invece, indissero L’Olimpiade della patente, meglio denominata come Chi si ferma è perduto. E a persone come me, che avevano altre priorità oltre quella di mettere una patente nel portafoglio, erano ricorrenti domande del genere:
“Ma tu non prendi la patente?/ Ma tu la patente quando la prendi?”
“Io non ho bisogno della patente: io ho degli amici che mi portano in giro (a differenza tua.)”

Dopo i 20, poi, le acque si calmano. No, non c’è un lieto fine; queste giovani donne non diventano improvvisamente amorevoli e solidali. La guerra continua: non più guerra corpo a corpo, ma quasi guerra di trincea dove se sparo un colpo di cannone poi mi posso nascondere. Tirare il sasso e poi nascondere la mano, insomma. Non ci si attacca più apertamente, ci si attacca per vie indirette, magari prendendosela con l’amica dell’amica che ci allontana dall’amica e parlandone con un’altra amica.
Il paragone con Mean Girls forse è esagerato. Il film è un’iperbole della vita reale. Nella vita reale non esistono Barbie e api regine… E le ragazze non escogitano piani malefici per “boicottare le Barbie”, né tantomeno si spingono sotto l’autobus della scuola dopo aver litigato… O forse sì? E noi ci siamo talmente dentro che la consideriamo…normalità?

Giulia Marcigaglia

(“E il male per eccellenza è Regina George..non cascarci perché può sembrare la tipica egoista, traditrice, bastarda, troia..ma in realtà è molto peggio..” MEAN GIRLS, cit.
Visione del film altamente consigliata!)

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
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