5 Ottobre 2015 - 17.19

VICENZA – Scandalo Ipab, Meridio: "Mancanze imbarazzanti"

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“Stavolta non possono dire che è colpa mia…”. A parlare è Gerardo Meridio, per 10 anni presidente della struttura (dal ’99 al 2009), dopo i due anni da consigliere dal ’97 al ’99, ora coordinatore nazionale del MIR. “Mi chiedo solo dove sia il controllo effetivo, reale e tempestivo sulla qualità del servizio ai pazienti. Come è possibile che si possa arrivare a tanto?
Sono inorridito e trovo la situazione allucinante. Nel novembre del 2009 avevo lasciato un ente d’eccellenza che funzionava bene ed era considerato un punto di riferimento regionale se non nazionale, perché i coordinatori dell’Ipab andavano a fare formazione per le altre Ipab, redigevano protocolli per la cura delle patologie nei diversi reparti, erano un vero e proprio modello.
L’episodio apparso sulla stampa odierna mi fa morire il cuore, pensando soprattutto agli anziani deboli che devono sopportare questa situazione. Se la notizia è confermata, è evidente che c’è una situazione di disagio. Fra l’altro segnalata da tempo”.
I famigliari dei pazienti hanno posto una serie di questioni non da oggi ricorda Meridio: “La domanda che mi pongo è: dopo tutte queste segnalazioni perché non c’è stato un controllo immediato, a tempo zero, da parte dell’amministrazione comunale di Vicenza? Ha ragione Colombara quando dice che la cooperativa deve andarsene, ma perché l’amministrazione si è riservata di fare una relazione e non ha pensato di controllare giorno dopo giorno quanto accadeva in modo puntuale e severo?
Inoltre, l’eccessivo ribasso, o meglio il miglior vantaggio economico nell’appalto, non doveva farci porre qualche domanda sul servizio?
In poche parole l’amministrazione comunale doveva intervenire senza girarci attorno, sia quando era stato appaltato il San Camillo, sia quando i famigliari chiedevano qualcosa o protestavano. Bisognava andare lì, sul campo e fare immediatamente delle verifiche.
Il Comune non può aspettare 90 giorni per una relazione o per tavoli tecnici o per consigli, riunioni quando c’è di mezzo la vita e la dignità dei pazienti.
Prima di finire il mio mandato avevo proposto che il San Camillo tornasse in gestione all’Ipab anche perché avevamo personale da occupare, come del resto avevano chiesto le organizzazioni sindacali, tanto che avevo deciso di non proseguire con il rinnovo del contratto alla cooperativa dell’epoca. Il commissariamento dell’ente ha fatto sì che ciò non si avverasse. Concludo dicendo che ha fatto bene Luca Zaia ad intervenire mandando degli ispettori, ma il controllo dell’Ipab compete innanzitutto agli amministratori”.

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