VICENZA – Intrigo internazionale: il mistero dei fagioli perduti

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Gli ingredienti per un giallo patinato in perfetto stile British ci sono tutti. Scotland Yard e la questura di viale Mazzini impegnate nello svelare un intrigo internazionale in cui vi sono: una multinazionale londinese, un’azienda italiana, commesse e triangolazioni sotto la regia di un astuto personaggio ex manager di un’azienda, la testimonianza di fumettistico ‘Giò Ricotta’ e infine, l’oscura figura di un serbo che se ne va con il carico milionario di legumi provenienti dal Veneto.
Sicuramente le polizie italiane e britannica avranno di che investigare, nel frattempo godiamoci il film, nel quale a farne le spese è un imprenditore dell’Alto Vicentino. Cercheremo di riassumere la storia.
L’azienda vicentina che commercia legumi e cereali, viene contattata nel mese di agosto da Bryn Satherley, che si qualifica come ‘direttore delle operazioni’ del gruppo britannico Booker PLC, multinazionale del food con sede a Wellingborough, nel Regno Unito. Il manager chiede prezzi e disponibilità della merce all’azienda vicentina, fornendo i propri contatti (mail, indirizzo, partita Iva e telefono della ditta). Tutto apparentemente in regola, anche perché, basta fare una semplice ricerca su Google per vedere il nome di Satherley associato alla Booker e la Booker è una garanzia per le aziende del settore agroalimentare.
Segue poi lo scambio di informazioni per definire un’offerta commerciale, cosa che avviene per via telefonica con un’interlocutore che parla perfettamente inglese e annuncia anche di voler fare visita all’azienda vicentina a metà settembre, assieme al responsabile marketing del gruppo. Nel frattempo però si accorda per la spedizione di 22 tonnellate di fagioli in Inghilterra per un importo di 41 mila euro (con pagamento a credito di 30 giorni).
Qualche giorno prima della spedizione, però, Satherley (o il sedicente Satherley) fornisce all’azienda vicentina una nuova mail con la quale continua la corrispondenza e fornisce poi l’indirizzo di un magazzino al quale dovrà arrivare la merce.
Forte della fiducia conquistata, ordina anche 48,25 tonnellate di ceci, da inviarsi con due spedizioni, per un totale di 65 mila euro.
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Partono quindi le spedizioni e qualche giorno fa l’azienda vicentina cerca di rimettersi in contatto con Satherley, inutilmente. Dal Vicentino si mettono in contatto con il centralino della Booker e scoprono che il manager da sei mesi non lavora più per il gruppo. Si è trattato quindi di una truffa ben architettata utilizzando il nome della Booker, tanto che il gruppo britannico ha deciso di formalizzare una denuncia nei confronti di Satherley o la persona che utilizza il suo nome. Lo stesso ha fatto in Italia l’azienda vicentina, rivolgendosi alla questura berica.
Ma dove sono finiti i carichi di fagioli e ceci?
In base alle bolle tornate in Italia (per ora due su tre), un primo carico è stato ricevuto da una ditta di trasporti inglese, dalla quale fanno sapere che la merce era stata ritirata e gestita da un suo clienti, tale Giò Ricotta.
Un carico di ceci è stato dirottato verso un altro magazzino. Il trasportatore ha riferito che, arrivato all’indirizzo indicato, ha incontrato un uomo a bordo di un’Audi A1 di colore scuro, che ha invitato a seguirlo.
Di un altro carico deve ancora tornare la bolla. Giò Ricotta avrebbe riferito che i carichi sono stati ritirati da un cittadino serbo di cui possiede i documenti e la registrazione del camion. Ovviamente l’azienda vicentina difficilmente vedrà i 105 mila euro di commessa e la destinazione dei legumi rischia di restare ignota.
P.U.













