14 Febbraio 2018 - 11.04

VENEZIA – “Questo non è amore”: il camper della polizia in centro storico

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 La Polizia di Stato è da anni costantemente impegnata in attività di contrasto e prevenzione della violenza di genere, con la consapevolezza che non è sufficiente agire solo quando il reato si è consumato, ma è necessario intervenire prima, attraverso un’incisiva opera di informazione e supporto alla cultura di genere. A livello territoriale, sono le Divisioni Anticrimine della Questure che svolgono attività di prevenzione e coordinamento delle iniziative a tutela dei soggetti vulnerabili, anche attraverso l’applicazione della campagna Questo non è amore. La campagna permanente prevede metodi specifici di studio dei singoli fenomeni (atti persecutori, maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale, femminicidio ecc.), e strategie di sensibilizzazione ed informazione, come l’Ascolto Protetto, il Protocollo S.A.R.A., il Protocollo E.V.A., il Progetto CAMPER. Oggi 14 febbraio, festa degli innamorati, il CAMPER della Polizia approda alle ore 10 in centro storico a Venezia, con uno stand in Campiello San Vidal – Ponte dell’Accademia. Lo stand, tappa veneziana di un progetto itinerante volto alla diffusione di una cultura di genere ed alla lotta contro la violenza sulle donne, mette a disposizione della collettività il patrimonio professionale dei poliziotti, affiancati da medici, psicologi e dagli operatori dei locali centri antiviolenza: una vera e propria squadra multidisciplinare contro la violenza di genere. È sempre quella di oggi la data simbolo nella quale si celebra il primo anno di attività del protocollo E.V.A., una procedura che codifica le modalità di intervento nei casi di liti in famiglia e che consente di inserire nella banca dati delle forze di polizia una serie di informazioni utili, attraverso la compilazione di una check–list. Nel caso in cui si verificasse una nuova richiesta di intervento da parte di soggetti del medesimo nucleo familiare, la volante chiamata ad intervenire avrà un quadro completo degli interventi pregressi, fondamentale per l’adozione di ogni provvedimento, anche precautelare, che abbia a presupposto una reiterazione delle condotte, come nel caso dell’ipotesi di “maltrattamenti contro familiari e conviventi”. Nell’anno di attività del protocollo E.V.A. in questa provincia sono stati attivati 263 protocolli, effettuato 1 arresto in flagranza, proposte 2 misure di prevenzione e raccolte sul posto, nel corso degli interventi 113, 7 denunce per maltrattamenti in famiglia. Inoltre sono state allarmate 26 utenze telefoniche di donne, così facendo si è potuto assegnare loro un canale preferenziale con la sala operativa 113 i cui operatori saranno già a conoscenza della tipologia di problematica che verrà loro esposta, nel malaugurato caso che la donna avesse bisogno di un altro intervento. Le schede di rilevazione del protocollo E.V.A. sono altresì, inoltrate, in forma anonima, al Ministero che li sottopone all’esame di un apposito gruppo di studio.

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