VENETO – La parola “razza” nei referti Ulss? Va eliminata

Il Consigliere regionale Piero Ruzzante (Liberi e Uguali) ha depositato una mozione in Consiglio Regionale che impegna la Giunta ad attivarsi affinché sui referti emessi dalle Ulss venete non compaia la dicitura “razza”. “Risulta che sui referti emessi dalle ULSS venete sia riportato, in calce alle indicazioni anagrafiche del soggetto, sia inserita la riportata indicazione Razza non seguita da nessuna indicazione», analizza Ruzzante. Il consigliere poi cita la dichiarazione in 5 punti dell’AGI (Associazione Genetica Italiana) sulla caducità del concetto di “razza”.
2. In molte specie, l’analisi del DNA permette di attribuire con precisione un individuo di origine sconosciuta a una regione geografica precisa. In questo caso, alla popolazione di ciascuna regione viene attribuito lo status di razza; esempi sono lo scimpanzé, la lumaca dei Pirenei, e molte piante. Invece in altre specie, in particolare specie molto mobili di uccelli o pesci di mare, le popolazioni di diverse regioni non si distinguono fra loro, e quindi non formano razze biologiche.
3. Nel cane, nel cavallo, e in molte specie domestiche di animali e piante, ci sono razze ben distinte. Non si tratta però del risultato di un’evoluzione naturale, ma di incroci controllati da parte di allevatori e coltivatori. In ogni caso, a livello di Dna, le differenze fra razze canine sono centinaia di volte più grandi di quelle fra persone di continenti diversi.
4. Il primo motivo per escludere che nell’uomo esistano razze biologiche è storico: dal Settecento in poi sono stati proposti decine di cataloghi razziali umani, comprendenti da 2 a 200 razze, e ognuno in conflitto con tutti gli altri. Gli astronomi sono d’accordo su quali e quanti siano i pianeti del sistema solare, i chimici sono d’accordo su quali e quanti siano gli elementi. Come ha sottolineato Frank Livingstone, che invece nessuno sappia dire quali e quante siano le razze umane dimostra che attraverso il concetto di razza non si riesce a comprendere la nostra diversità biologica.
5. Il secondo motivo per escludere che nell’uomo esistano razze biologiche è genetico. Lo studio dei genomi dimostra che ciascuno di noi condivide con qualunque sconosciuto, di qualunque continente, il 99,9% del suo Dna. Non basta: quell’un per mille di differenze è distribuito in modo tale che ciascuna popolazione ospita in media l’88% della variabilità dell’intera specie umane. In altre parole, individui di popolazioni anche lontane sono a volte molto più simili dei nostri vicini di casa. Ricordiamoci delle innumerevoli vite salvate ogni anno nel mondo dalle trasfusioni di sangue e dai trapianti di organi che coinvolgono anche persone di continenti diversi.
Il fatto che sui referti dell’ULSS alla dicitura “ razza” non segue alcuna indicazione, depone nel senso della inutilità ai fini medico-diagnostici, potendosi invece prestare a indebite interpretazioni. Per questo motivo chiedo alla giunta di impegnarsi a toglierla” – conclude Ruzzante.













