VENETO – Arrestato ultimo componente della banda dei Bancomat – Usava tecnica cash trapping

L’uomo, un trentunenne moldavo, era l’ultimo componente di un sodalizio criminale dedito al fenomeno delittuoso del cash trapping, posto in essere in danno di numerose apparecchiature bancomat ubicate nei territori di Venezia, Padova e Treviso.
Si tratta di una complessa indagine condotta dal personale del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Venezia nel corso del 2015, che aveva già portato all’arresto di due cittadini, anch’essi moldavi.
L’arrestato, sul quale pendeva il provvedimento di custodia cautelare emesso dal G.I.P. del Tribunale di Venezia, si è presentato al personale della Polizia di Frontiera del capoluogo lagunare, presso l’Aeroporto Marco Polo di Tessera, al proprio arrivo sul territorio nazionale con volo proveniente dalla Moldavia, che immediatamente ha informato questo Ufficio.
Il giovane unitamente agli altri due connazionali si era impossessato di varie somme di denaro sottraendole alle vittime attraverso sportelli bancomat o postamat sui quali avevano precedentemente applicato un dispositivo che impediva l’erogazione delle somme di denaro richieste dal cliente pur figurandone l’addebito in conto corrente.
Il cash trapping è infatti una tecnica criminale con la quale vengono messe in atto delle frodi nei confronti degli utenti che utilizzano i sistemi di prelievo automatico di danaro (ATM), e, tecnicamente, consiste nell’inserimento di una sottile lamina di metallo nella fessura delle apparecchiature bancomat da cui fuoriescono le banconote (cosiddetta “forchetta”).
Gli autori di questa tipologia criminale effettuano un’operazione preliminare con una carta di credito valida, prelevando una cifra minima e, all’erogazione del contante, inseriscono nello sportello del contante la “forchetta” che blocca la successiva erogazione di banconote.
Al termine dell’operazione, gli esecutori rimangono nei paraggi attendendo che una ignara vittima effettui una regolare operazione di prelievo di denaro presso l’ATM compromesso.
Il malcapitato utente non vedendosi erogato tramite lo sportello il danaro, e convinto di un’anomalia tecnica, si allontana dall’apparecchiatura bancomat permettendo così ai malviventi di recuperare la forcella, unitamente alle banconote trattenute da quest’ultima.
L’arresto del cittadino moldavo ha permesso di “chiudere il cerchio” su di una organizzazione criminale dedita a questo fenomeno, la cui identificazione dei responsabili, è avvenuta mediante il meticoloso raffronto tra le operazioni di prelievo effettuate sulle decine di bancomat coinvolti e la minuziosa analisi di tutti i circuiti di videosorveglianza connessi ai singoli ATM oggetto degli attacchi.













