27 Novembre 2019 - 10.12

Un debito fuori controllo

Di solito in situazioni normali a fronte di maggiori sacrifici e rinunce una posizione economica deficitaria dovrebbe perlomeno migliorare. Questo succede in quasi tutte le parti del mondo, tranne in Italia, dove ormai il debito pubblico è fuori controllo, nonostante le immense entrate fiscali che quotidianamente il cittadino si trova a dover pagare.

Per analizzare bene come stanno le cose, e non farsi prendere da ansie o da facili populismi bisogna prima di tutto capire due cose.

La prima, che le tasse da parte dei contribuenti e l’andamento delle spese mensili non possono essere costanti e perpetue, in quanto spese ed entrate si concentrano in alcuni mesi rispetto ad altri.

La seconda, che il Tesoro si indebita sul mercato per finanziare la quota delle spese che non è coperta dalle entrate, di conseguenza la necessità può essere più o meno elevata dove il fabbisogno di cassa corrisponde di fatto al deficit delle entrate.

La classica “musina” o meglio salvadanaio dove vengono parcheggiate le riserve per far fronte al fabbisogno mensile, non è altro che un conto di Tesoreria presso la Banca d’Italia.

Quindi per piangere o ridere bisognerebbe analizzare bene anche quest’ultimo dato. Perché se è vero che il debito è passato dai circa 2.265 miliardi di fine 2017 ai circa 2.320 miliardi di fine 2018, è altrettanto vero che la scorta su pari periodo è aumentata di 25 miliardi, dai 7 miliardi del 2017 ai 32 miliardi di fine 2018, in netto miglioramento quindi.

Di sicuro chiamando la pioggia, giocoforza, ci si deve attrezzare con l’ombrello ed è più facile generare nuove tasse, che non vanno nella direzione di portare sviluppo e prosperità, ma più facilmente vanno a sistemare danni fatti da persone incapaci di amministrare il bene comune.

Solo una crescita economica sostenuta da una buona inflazione potrebbe limitare i danni, scoraggiando eventuali aumenti di imposte e tagli alla spesa, per evitare il rischio di dover fronteggiare un debito fuori controllo attraverso patrimoniali o vendite massicce di beni pubblici.

Una zavorra che ci portiamo dietro dagli anni ottanta/novanta, una zavorra sul sistema Italia che grava sui conti pubblici, una specie di sanguisuga che di anno in anno è cresciuta solo per permettere al nostro Stato di pagare le proprie spese, con un problema di fondo importante ovvero la non crescita consequenziale ad una produttività che non aumenta, e dove solo con riforme concrete e mirate forse si potrebbe migliorare la proiezione del PIL permettendo di gettare le basi per un rinnovato clima di fiducia e benessere.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
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