1 Dicembre 2021 - 10.54

NORD-EST: Vendemmia e raccolta mele con 70 lavoratori in nero: maximulte della Finanza

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A seguito di oltre 100 controlli svolti dai Reparti della Guardia di Finanza della provincia di Bolzano in occasione della vendemmia e della raccolta delle mele, sono stati scoperti 70 lavoratori irregolarmente impiegati, dei quali 52 completamente “in nero”. All’incirca un’azienda su quattro è risultata impiegare lavoratori non in regola. Alcune ispezioni sono state svolte congiuntamente a personale del locale Ispettorato nazionale del Lavoro presso l’I.N.P.S..

Tra i lavoratori irregolari individuati, vi sono soggetti italiani, rumeni, bulgari, polacchi, slovacchi e, in misura minore, africani, asiatici, albanesi e pakistani. Con riferimento al personale impiegato “in nero”, per il quale è stata accertata la mancata preventiva comunicazione all’Ispettorato del Lavoro, la disciplina di settore prevede l’applicazione della cosiddetta “Maxisanzione”, che oscilla da un minimo di 1.800 a un massimo di 43.200 euro per ciascun lavoratore irregolare, in base ai giorni di effettivo impiego. È stato anche accertato l’impiego irregolare di 6 braccianti “in nero” privi del permesso di soggiorno e, quindi, clandestinamente presenti sul territorio nazionale. I datori di lavoro sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Bolzano per violazione della legge “Bossi-Fini”, secondo cui l’impiego di lavoratori stranieri sprovvisti di permesso di soggiorno costituisce reato ed è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa di 5.000 euro per ogni lavoratore impiegato. In un altro caso, invece, l’irregolarità constatata si è concretizzata nella mancata comunicazione all’I.N.P.S. dell’impiego di una bracciante agricola, mediante l’utilizzo del c.d. “Libretto Famiglia”, che deve essere attivato nei casi di prestazioni lavorative svolte in modo sporadico e saltuario. La normativa di riferimento, infatti, prevede, in capo all’utilizzatore del libretto, l’obbligo di comunicare una serie di dati almeno un’ora prima dell’inizio della prestazione lavorativa, tra cui l’inizio e il termine della stessa. In mancanza di tale comunicazione, è prevista la sanzione amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma da euro 500 a euro 2.500 per ogni prestazione lavorativa giornaliera per cui risulta accertata la violazione.

In virtù anche del perdurare dell’emergenza pandemica, l’azione di contrasto svolta dalla Guardia di Finanza a tutela della legalità fiscale e contributiva assume un particolare rilievo, non soltanto per via delle ingenti risorse che il “sommerso” sottrae al benessere della collettività ma anche per il fatto che questo genere di condotte illegali altera le regole del mercato e danneggia i cittadini e gli imprenditori onesti.

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