5 Maggio 2025 - 17.11

I dazi di Trump rischiano di mettere ko produttori di film e serie tv inglesi: fra i migliori al mondo

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La minaccia di Donald Trump di imporre dazi del 100% sui film realizzati fuori dagli Stati Uniti ha scatenato il panico tra i vertici dell’industria cinematografica britannica, che ora teme un colpo mortale a un settore che vale miliardi. Il governo del Regno Unito è stato messo sotto pressione affinché ponga la questione tra le priorità nei colloqui commerciali con Washington. L’allarme è lanciato oggi in un articolo del The Guardian.

I dazi proposti da Donald Trump rischiano di colpire anche le serie TV britanniche, non solo i film. Sebbene Trump abbia parlato principalmente di “film prodotti all’estero”, nel contesto dell’industria dell’intrattenimento moderna il confine tra cinema e televisione è sempre più sfumato, soprattutto con l’ascesa dello streaming globale.

Molte serie TV britanniche di alto profilo, come The Crown, Black Mirror, Peaky Blinders o Bridgerton (quest’ultima prodotta da Shondaland per Netflix ma girata nel Regno Unito), rientrano nelle grandi produzioni internazionali realizzate sul suolo britannico con crew, studi e talenti locali. Se i dazi venissero applicati in modo ampio, potrebbero quindi includere anche queste produzioni. Inoltre l’industria inglese lavora spesso in simbiosi con Hollywood ma con uno stile distintivo.

L’ex presidente USA ha annunciato la sua intenzione di tassare i film “prodotti all’estero” per contrastare quella che definisce una “morte molto rapida” dell’industria cinematografica americana, causata dagli incentivi fiscali offerti da altri Paesi. In un post su Truth Social, Trump ha parlato di “minaccia alla sicurezza nazionale” e di “uno sforzo concertato da parte di altre nazioni” per sottrarre produzioni a Hollywood.

Il Regno Unito, tra le principali mete per le grandi produzioni americane – da Barbie a Star Wars, passando per Mission: Impossible – è nel mirino per i suoi generosi crediti d’imposta. Il settore teme ora che l’introduzione di dazi possa spazzare via la competitività del sistema produttivo britannico.

“Questi dazi potrebbero infliggere un duro colpo a un comparto che si sta appena riprendendo dopo il Covid e le recenti difficoltà”, ha avvertito Philippa Childs, presidente del sindacato Bectu, chiedendo un intervento immediato da parte del governo. Allarmi simili arrivano da tutte le componenti della filiera cinematografica, con operatori che parlano di “evento colossale” e della possibilità concreta che “l’industria cinematografica britannica venga spazzata via”.

Lo scorso anno, la sola produzione cinematografica internazionale ha generato nel Regno Unito 1,9 miliardi di sterline, con altri 2,8 miliardi dalla produzione televisiva di alto livello. Un’eventuale tassa statunitense frenerebbe gli investimenti, colpendo duramente migliaia di posti di lavoro e l’indotto creativo.

Adrian Wootton, CEO della British Film Commission, ha definito l’annuncio “chiaramente preoccupante” e ha annunciato un imminente incontro con il governo per valutare la situazione. Anche figure di spicco del parlamento, come Caroline Dinenage e James Frith, hanno chiesto che l’industria cinematografica sia tutelata nei negoziati in corso con gli Stati Uniti.

Nel frattempo, da Washington arrivano segnali contrastanti. Se Trump insiste con la sua crociata contro le produzioni all’estero, negli stessi Stati Uniti si moltiplicano le critiche: dal governatore della California Gavin Newsom, che ha messo in dubbio l’autorità presidenziale di imporre tali dazi, fino agli stessi studi hollywoodiani, preoccupati per l’impatto sulle proprie produzioni.

La mossa di Trump sembra inserirsi in una più ampia strategia protezionista, che include anche un recente raffreddamento da parte della Cina verso le produzioni americane. Ma questa “guerra commerciale” potrebbe avere come primo danno collaterale proprio l’industria creativa britannica.

Un portavoce del governo UK ha confermato che “sono in corso colloqui economici tra Regno Unito e Stati Uniti”, ma ha precisato che non verranno forniti commenti in tempo reale. “Continueremo ad adottare un approccio calmo e costante – ha dichiarato – puntando a soluzioni che riducano la pressione su imprese e consumatori britannici”.

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