Germania bordello d’Europa? Una legge potrebbe far finire la prostituzione legale

BERLINO, 26 novembre 2025 – A oltre vent’anni dalla legalizzazione della prostituzione, il dibattito sul futuro del lavoro sessuale in Germania torna al centro dell’attenzione politica. L’Unione Cristiano-Democratica (CDU) conservatrice, guidata da figure di spicco come Julia Klöckner, presidente del Bundestag, ha recentemente rilanciato la discussione, denunciando che il Paese sia diventato “il bordello d’Europa”.
“Quando parliamo di diritti delle donne ma definiamo la prostituzione solo un altro lavoro, non è solo ridicolo, ma anche sprezzante nei confronti delle donne”, ha dichiarato Klöckner durante una cerimonia di premiazione a Berlino. La Ministra della Salute, Nina Warken, ha condiviso il pensiero in un’intervista al Rheinische Post: “Come altri Paesi, la Germania ha bisogno di un divieto penale per i clienti che acquistano servizi sessuali. Le prostitute devono rimanere impunite e ricevere un sostegno completo per abbandonare la prostituzione”.
Il partito dell’ex cancelliera Angela Merkel sostiene che la legge del 2002 non abbia centrato l’obiettivo di migliorare le condizioni delle prostitute né di combattere la tratta di esseri umani. Al contrario, secondo i conservatori, l’effetto della normativa sarebbe stato opposto.
Secondo i dati dell’Ufficio federale di statistica (Destatis), in Germania risultano registrate circa 28.280 prostitute. Tuttavia, il numero effettivo di lavoratrici del sesso non registrate sarebbe molto più alto: la co-presidente del gruppo parlamentare CDU al Bundestag, Dorothee Bär, aveva stimato circa 250.000 persone, per lo più donne. Per confronto, in Francia si stima che le persone coinvolte nella prostituzione siano tra le 30.000 e le 40.000, senza contare la prostituzione occasionale.
Un elemento distintivo della Germania sono i bordelli. Alla fine del 2022, secondo Destatis, il Paese contava 2.310 attività di prostituzione registrate, locali che offrono servizi sessuali per eventi specifici. Anche queste strutture sono nel mirino della CDU, che denuncia condizioni di lavoro precarie e normative inadeguate per le lavoratrici.
I conservatori propongono di adottare un modello simile a quello della Svezia, dove le prostitute possono offrire servizi liberamente, ma i clienti rischiano conseguenze penali. Un sistema analogo esiste in Francia dal 2016, così come in Irlanda e in Norvegia.













