9 Luglio 2018 - 9.42

ECONOMIA – Pensioni, quale futuro?

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Il punto di non ritorno per capire realmente cosa succederà, al di là dei facili populismi, sarà il 2030, anno in cui il sistema pensionistico italiano potrebbe anche scoppiare, anno in cui andranno in quiescenza la maggior parte di quei ragazzi nati nel biennio 64-65 caratterizzato da un vero e proprio boom economico. Quei bambini diventati ormai anziani busseranno alle porte dell’INPS causando un picco di richieste tali da tradursi in un effetto difficilmente sostenibile, a meno che, nel frattempo non si riesca seriamente intervenire su alcune leve a livello macroeconomico, ed in primis sull’occupazione.
Tutti sappiamo che il nostro paese in Europa dopo Grecia, Francia ed Austria è il posto in cui le pensioni incidono maggiormente sul PIL. Altri Paesi hanno un’età pensionabile più bassa di quella in essere in Italia. La loro fortuna però è avere finanze pubbliche più oculate così da incidere in maniera inferiore nella ricchezza nazionale prodotta.
C’è molta confusione in materia anche perché nessuno in realtà sa come affrontare il problema e come risolverlo senza creare ulteriori danni. Servirebbero regole certe a tutela di chi in pensione si trova già ed a tutela di chi dovrà andarci in futuro prossimo.
Sicuramente è solo un’illusione pensare che il problema possa essere risolto grazie all’immigrazione dall’estero con un conseguente ringiovanimento della popolazione, è pura illusione ancorata al presente senza considerare il domani.
E’ indispensabile crescere la produttività industriale e con essa il lavoro e l’occupazione, la partecipazione al mercato del lavoro, obiettivi non facili da raggiungere e che necessitano di una classe dirigenziale e politica all’altezza cosa che il nostro paese da anni non è più abituato ad avere. Bisogna guardare al futuro con occhio positivo attraverso un vero rilancio dell’economia, per evitare di lavorare fino a 70 anni e trovarsi poi con una pensione da fame.
Ma come si diceva prima al di là dei facili populismi che non hanno colori politici manca un pensiero politico sincero e completo su tutta la questione pensioni, su come sostenere gli anziani e fare lavorare i giovani, perché i danni fatti nel passato purtroppo sono stati talmente importanti da condizionare in maniera mortale il presente ed anche il futuro di molte persone, privilegi compresi.

FABIO ROSSI.

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