18 Maggio 2023 - 8.37

Dagli “occhiali ai raggi X” a BikiniOff

Per motivi che vi saranno più chiari proseguendo nella lettura, ieri mi è riaffiorata alla mente una pubblicità che negli anni della mia adolescenza imperversava nei giornalini per ragazzi.

Da Diabolik a il Monello a l’Intrepido, questa “reclame” negli anni  ’60 e ’70 attirava gli occhi libidinosi dei ragazzi, dando vita ad una sorta di mito, quasi si trattasse della scoperta del secolo.

Capisco che i più giovani si stiano chiedendo a cosa caspita mi stia riferendo.

Presto detto; ai mitici “Occhiali a raggi X”, che promettevano, una volta indossati, di poter vedere sotto gli abiti delle persone, ma guarda caso la pubblicità riportava sempre le fattezze di una procace signorina.

La loro fama è rimasta inalterata nel tempo, credo come testimonianza di un mondo  ormai consegnato alla storia, ma immagino che qualcuno di voi si stia ponendo la fatale domanda: Ma questi occhiali a raggi x funzionavano davvero?   Davvero una volta inforcati consentivano di vedere cosa c’era sotto i vestiti delle ignare ragazze del tempo?

Ve lo dico subito; no, si trattava di una bufala vera e propria. 

Ciò non impedì che di quegli occhiali se ne vendessero a migliaia in quell’epoca, ma i guardoni tecnologici furono costretti a ricredersi presto. 

Fatto l’ordine, a casa ti arrivava  una semplice montatura di plastica, con lenti in cartone, al centro delle quali  c’era un buchetto in cui era appoggiato un foglio trasparente di plastica rossa e, guardando attraverso il foro, si vedeva solo un’immagine rossastra.  Più chiaramente, si trattava di una presa per il culo a luce rosse!

Intendiamoci, non troverete nessuno di quegli anni che vi confesserà di averla comprata quella diavoleria, e proprio la segretezza di questo commercio “inconfessabile” permise alla società produttrice di fare soldi senza essere mai denunciata.

Raccontata adesso sembra quasi una fiaba; ma non bisogna mai dimenticare che l’alta tecnologia è diventata di uso comune solo da poco tempo.

In quegli anni non c’era nulla, la sessualità era spesso di tipo “discorsivo” nelle chiacchiere fra amici (io mi divertivo a  parlare anche di “sesso oftalmico”); ma la libido dei giovani era piuttosto compressa dalla società di allora, le ragazze erano piuttosto restie a mostrare le loro grazie, e le pulsioni giovanili, che c’erano forse più di adesso, venivano risolte a colpi di “Pater, Ave, Gloria” quando andavi a confessarle al prete. 

Siete liberi di non credermi, ma debbo dirvi che non mi sono mai fatto incantare dalle promesse paradisiache degli “occhiali ai raggi X”, per cui non li ho mai comprati.

Chissà, magari adesso potrebbero avere un qualche valore sul mercato del vintage! 

Perché mi sono ritornati in mente gli occhiali che promettevano di far sparire vestiti?

Perché, non ricordo come, in questi giorni navigando in Rete mi sono imbattuto in un articolo  che parlava del sito BikiniOff.

Incuriosito (non fate i maliziosi eh!) sono entrato nel dominio BikiniOff.net, che si presenta con uno sfondo nero in cui campeggia il profilo di schiena di una donna senza vestiti di colore violaceo, con una scritta in cui si afferma che la loro tecnologia avanzata di modifica delle foto può rimuovere facilmente i vestiti da qualsiasi immagine.

Approfondendo ho scoperto che non si tratta di una bufala come i mitici “occhiali a raggi X”, bensì di una applicazione basata sull’Intelligenza Artificiale.

Ma cos’è, e cosa fa BikiniOff?

In estrema sintesi si tratta sostanzialmente di un sistema, basato appunto sull’Intelligenza Artificiale, che crea automaticamente dei nudi falsi, ma piuttosto realistici, partendo da un’immagine fornita dall’utente.

Per capirci meglio, come promette il nome può infatti letteralmente spogliare di tutti i vestiti una persona in una foto, restituendo un risultato convincente, visto che non si limita ad incollare il viso su un corpo nudo, ma riprende anche la posa, e rispetta le proporzioni del fisico, così come la tonalità dell’incarnato.

Per i più tecnologici di voi, non si tratta di una vera e propria APP scaricabile dagli store, ma è accessibile solamente tramite Telegram: è un bot, ovvero un sistema automatico che crea dei deep fake, immagini che utilizzano l’intelligenza artificiale per elaborazioni profonde e credibili, spesso indistinguibili dalle originali.

In altre parole, voi spedite una qualsiasi foto di una persona (anche tratta da Instagram o Facebook), e BikiniOff vi restituisce in circa 30 secondi l’immagine della stessa persona completamente nuda, con immagini che, ho letto, sono molto realistiche, anche se del tutto false ovviamente (sottolineo ho letto, perché non ho testato direttamente il “servizio”).

BikiniOff è stato creato da un’azienda estone, la Crystal Future OU, con sede a Tallin, e non pone limiti di età per il suo utilizzo; quindi i nudi possono essere richiesti anche da ragazzini.

E’ un servizio a pagamento, anche se il primo utilizzo è gratis; poi si devono acquistare dei crediti pagabili in ogni modo, dalla carte di credito a PayPal, alle criptovalute a Google Pay. 

Si tratta chiaramente di un fenomeno collaterale al deep fake , creato in Francia  nel 2022 ma già molto popolare soprattutto fra i giovanissimi, e purtroppo spesso usate nelle scuole.

In realtà non si conoscono i dati precisi della sua diffusione in Italia, ma deve essere piuttosto estesa visto, che  se n’è già dovuta interessare la Magistratura.

Il fatto mi era sfuggito, ma nel fenomeno è stata coinvolta una scuola media di Roma, in cui sono stati indagati due adolescenti di 14 anni per aver utilizzato BikiniOff per ottenere foto nude di ben 5 compagne di classe (foto poi diffuse in rete ovviamente).

Il fatto che  il Giudice abbia dichiarato il “non luogo a procedere”, in quanto a suo avviso si è trattato di “imprudenza ascrivibile a leggerezza tipicamente giovanile”, non toglie di mezzo il problema. 

Vi ho già intrattenuto lo scorso 8 maggio con un pezzo titolato “Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi…” sul fatto che l’Intelligenza Artificiale (AI) è uno strumento sempre più utilizzato e, allo stesso tempo, discusso. 

Questo accade perché riguarda una nuova tecnologia del cui sviluppo non si conoscono le reali conseguenze.

Certo BikiniOff non rappresenterà uno dei rischi maggiori per l’umanità, ma è un piccolo esempio di come questa tecnologia possa essere mal utilizzata dai nostri ragazzi.  

Io capisco che avere la foto “nuda” (anche se falsa) della compagna di classe “f…”, o della professoressa “bona”, possa essere molto attrattivo, ma forse questi ragazzi non sono ben consci che ciò può comportare il rischio, oltre che di violazione della privacy, anche di un’accusa per produzione e diffusione di materiale pedo-pornografico, che prevede una pena fino a 14 anni di reclusione.

E ciò dovrebbe rendere i genitori sempre più attenti nel controllo di come viene utilizzata la Rete dai propri figli.

Dopo Geoffrey Hinton, nei giorni scorsi Sam Altman, numero uno di OpenAI, la società che ha creato l’ormai celebre ChatGPT,  in una audizione  al Congresso americano ha lanciato un ulteriore allarme dicendo che «La regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale è essenziale, o può mettersi male”.

Cosa serve ancora perché la Politica si renda conto dei pericoli, e che è giunto il momento di cominciare a parlare di limiti e di regole?

Umberto Baldo

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
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