3 Aprile 2025 - 11.18

Da oggi 50mila euro in Btp per lo Stato non sono considerati ricchezza

di Umberto Baldo

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Da oggi è possibile escludere dal calcolo dell’Isee i titoli di Stato, i buoni fruttiferi postali ed i libretti di risparmio postale entro un valore massimo di 50.000 euro per nucleo familiare.
Per quei pochi che magari non lo sanno, l’Isee è l’indicatore della situazione economica equivalente, lo strumento che viene utilizzato per valutare e confrontare la situazione economica dei nuclei familiari che intendano richiedere una prestazione sociale agevolata, un‘esenzione, un bonus, un incentivo, od un sussidio al reddito.
Con questa vera e propria “genialata” il Governo si prefigge di favorire l’acquisto dei Bpt da parte degli italiani, per affrancarci dai condizionamenti degli investitori stranieri.
Non serve avere una docenza di scienza delle finanze per capire che la proposta di sterilizzare il possesso dei Btp nell’Isee è una misura folle, ma soprattutto talmente ingiusta ed iniqua da far dubitare che supererebbe un eventuale vaglio della sua costituzionalità.
Per farvi capire meglio faccio un esempio. Il Sior Bepi ed il Sior Piero vivono soli ed hanno entrambi un reddito complessivo annuo inferiore a 9.000 euro; quindi fra le altre cose sono ad esempio esenti dal ticket per le prestazioni sanitarie. Il Sior Bepi ha però nel suo deposito titoli proprio 50.000 euro in Btp, e da oggi per lo Stato è come non li avesse.
In questo caso gli Isee di Bepi e Piero non variano, ed entrambi continueranno ad usufruire delle prestazioni sociali agevolate (fra cui bonus luce e gas, bonus Tari, assegno unico figli)
Ma mettiamo che il Sior Piero l’anno prossimo abbia un’entrata imprevista di 10mila euro, e che decida di non investirli in Btp.
In questa ipotesi l’Isee del Sior Piero crescerebbe, e quasi sicuramente sarebbe costretto a pagare i ticket sanitari, mentre il Sior Bepi (sempre con i suoi 50mila euro in Btp) resterebbe ancora ticket-esente.
Siete ancora lì o vi state buttando dalla finestra?
Io non so voi, ma la mia impressione è che, al di là delle buone intenzioni di “internalizzare” il debito riducendo la quota in mani straniere, stabilire che 50.000 euro di Btp sono esclusi dal calcolo dell’Isee, è quanto meno indecente.
Ma oltre che ingiusto, indegno, e aggiungete voi altri aggettivi, questo favoritismo non ha nemmeno raggiunto l’obiettivo dichiarato dal Governo, visto che (fonte Sole 24 Ore) se è vero che la quota di titoli di Stato a medio-lungo termine detenuta nei portafogli delle famiglie italiane è passata dall’8,7% di ottobre 2022 al 14,2% di novembre 2024 (adesso in calo), è altrettanto vero che non conosce soste la crescita della quota detenuta da investitori esteri, che dal minimo del 26,2% è risalita nello stesso arco temporale, mese dopo mese, al 31,3 per cento.
In conclusione, immaginare gli italiani coinvolti nella retorica “daaa Nazzziiiioooone”, e quindi disponibili alla chiamata alle armi del Governo che impone di comprare il debito italiano per “amor di Patria”, è una scommessa destinata alla sconfitta.
La stessa scommessa sempre fallita dei condoni fiscali.

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