12 Maggio 2025 - 12.02

Cosa sono i ‘vaccini inversi’: nuova frontiera nella cura delle malattie autoimmuni

ISCRIVITI AL CANALE WHATSAPP DI TVIWEB PER RIMANERE SEMPRE AGGIORNATO

CLICCA QUI.

Una rivoluzione silenziosa ma potentissima si sta affacciando nel mondo della medicina: si tratta dei vaccini inversi, una nuova tipologia di trattamento destinata a cambiare il modo in cui affrontiamo le malattie autoimmuni, che colpiscono circa 800 milioni di persone nel mondo.

A differenza dei vaccini tradizionali, che stimolano la risposta immunitaria, i vaccini inversi fanno l’opposto: rieducano il sistema immunitario a non attaccare l’organismo stesso, come accade in patologie quali sclerosi multipla, diabete di tipo 1, celiachia, lupus e artrite reumatoide. Attualmente, queste malattie vengono trattate con farmaci immunosoppressori generici, che però indeboliscono l’intero sistema immunitario rendendo i pazienti vulnerabili ad altre infezioni.

La svolta arriva da laboratori e centri di ricerca di Stati Uniti, Canada ed Europa. Gli studi clinici più recenti – come quelli condotti da Stephen Miller della Northwestern University e Jeffrey Hubbell dell’Università di Chicago – dimostrano che, grazie a nanoparticelle sintetiche legate a specifici antigeni, è possibile indurre il sistema immunitario a riconoscere quelle proteine come innocue. In questo modo, l’organismo smette di attaccarle.

Il primo successo umano è arrivato nella celiachia: su 33 pazienti sottoposti a test, quelli trattati con il vaccino inverso non hanno mostrato danni intestinali dopo aver assunto glutine, a differenza del gruppo placebo. «Vogliamo usare un bisturi, non un martello per curare queste malattie», spiega Miller.

Ma il campo di applicazione non si ferma alle patologie autoimmuni. I vaccini inversi hanno mostrato efficacia anche nelle allergie, come quelle alle arachidi, agli acari della polvere o persino alla carne rossa nella sindrome alfa-gal provocata da punture di zecca. Nei test su animali, la protezione è durata mesi.

Diverse startup biotech stanno già lavorando per portare questi vaccini sul mercato. La Genentech ha stretto una partnership da 900 milioni di dollari con la Cour, l’azienda fondata da Miller e Lonnie Shea. Allo stesso modo, Parvus (guidata da Pere Santamaria) collabora con AbbVie.

Alcuni ricercatori prevedono che i primi vaccini inversi possano arrivare sul mercato entro 3-5 anni, mentre altri parlano di 10 anni o più. Ma su una cosa c’è consenso: «Vent’anni fa avrei detto che era impossibile», conclude Miller. «Oggi posso dire che accadrà. Senza dubbio».

VIACQUA
MOSTRA BASSANO
Whatsapp Tviweb
VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

Potrebbe interessarti anche:

VIACQUA
MOSTRA BASSANO
VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
CAPITALE CULTURA
UNICHIMICA