Autofobia: come superare la paura di sé stessi e di stare soli

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Per alcune persone, la solitudine è una condizione desiderata e rigenerante. Per altre, invece, può diventare una fonte di stress, ansia e paura incontrollabile. È in questi casi che si parla di autofobia, una condizione ancora poco conosciuta ma sempre più diffusa.
COS’È L’AUTOFOBIA?
L’autofobia è una fobia complessa che si manifesta in due forme principali: la paura di restare soli e la paura di se stessi. Chi ne soffre prova un terrore profondo e irrazionale per l’assenza degli altri, al punto da fare qualsiasi cosa pur di evitarla. In alcuni casi, questa paura si accompagna a una forma di rifiuto o odio verso sé stessi.
La persona autofobica può arrivare a modificare la realtà per sentirsi accettata e non rimanere esclusa: ad esempio, può fingere di condividere interessi che non ha, solo per sentirsi parte di un gruppo.
SINTOMI E MANIFESTAZIONI
Se non viene affrontata, l’autofobia può sfociare in sintomi simili a quelli della depressione: calo di motivazione, stanchezza cronica, ansia e persino pensieri suicidi. I sintomi possono essere anche fisici, e manifestarsi nel momento in cui la persona è da sola: palpitazioni, difficoltà respiratorie, nausea, vertigini, sudorazione fredda, senso di costrizione al petto e veri e propri attacchi d’ansia.
CHI SONO LE PERSONE AUTUFOBICHE?
Secondo il psicoterapeuta Rodolphe Oppenheimer, intervistato dal Journal des Femmes, la maggior parte delle persone autofobiche soffre di sindrome dell’abbandono, sviluppata spesso nell’infanzia o in seguito a esperienze traumatiche come la perdita di un genitore, un divorzio o un evento improvviso e doloroso.
Questi individui spesso mostrano una grave insicurezza, una bassa autostima e una tendenza a sentirsi facilmente rifiutati, il che li porta a svalutarsi e a temere ancora di più la solitudine.
COME SUPERARE L’AUTOFOBIA?
Anche se ancora poco conosciuta, l’autofobia sta colpendo sempre più persone, complice l’isolamento causato dalla pandemia e l’iperconnessione dei social media. Se si sospetta di soffrirne, è fondamentale rivolgersi a uno psicoterapeuta per ottenere una diagnosi e un percorso terapeutico personalizzato.
Tra gli approcci più efficaci ci sono:
- Terapia cognitivo-comportamentale (TCC): per modificare i pensieri negativi alla base della fobia.
- Terapia dell’esposizione in realtà virtuale: per abituare gradualmente la persona alla solitudine in un ambiente controllato.
- Trattamento farmacologico (ansiolitici o antidepressivi): in casi più gravi e solo sotto controllo medico.
- Attività fisica e pratiche di benessere: per ritrovare un equilibrio psicofisico.
- Psicoanalisi: per chi desidera esplorare in profondità le cause della propria fobia.
L’autofobia è un disturbo che può condizionare profondamente la qualità della vita, ma con il giusto supporto è possibile affrontarlo e ritrovare un rapporto sereno con se stessi e con gli altri.













