Allarme cozze quagga. Soffocano i laghi: dalla Svizzera agli Usa fino all’Irlanda del Nord, l’invasione che cambia gli ecosistemi

In pochi anni hanno trasformato infrastrutture, catene alimentari ed equilibri ecologici. Le cozze quagga, tra le specie invasive più aggressive al mondo, stanno mettendo in crisi i laghi svizzeri, hanno già devastato i Grandi Laghi nordamericani e, questa settimana, sono state avvistate per la prima volta in Irlanda del Nord, accendendo nuovi allarmi ambientali. Lo racconta un’inchiesta firmata da Phoebe Weston, pubblicata il 18 dicembre 2025.
Al Politecnico federale di Losanna (EPFL) l’invasione è diventata un’emergenza concreta. In appena due anni, i molluschi hanno colonizzato 5 chilometri di tubature che pescano acqua fredda dal Lago di Ginevra a 75 metri di profondità per raffreddare gli edifici. Gli scambiatori di calore hanno perso fino a un terzo dell’efficienza, l’aria condizionata è andata in crisi e le temperature estive non scendevano sotto i 26-27 gradi. «È un’invasione aperta», spiega Mathurin Dupanier, responsabile delle operazioni. Il problema è critico anche per data center e ricerche sensibili alla temperatura, incluso il Tokamak, l’impianto sperimentale per la fusione nucleare: senza raffreddamento, le apparecchiature devono essere spente.
Le cozze quagga si riproducono senza sosta: una femmina può produrre fino a un milione di uova, deporre anche a 5 °C e sopravvivere decenni nelle profondità. Scoperte nel Lago di Ginevra solo sei anni prima, nel 2022 avevano già invaso i sistemi. L’unica difesa, ora, è costruire un nuovo raffreddamento a circuito chiuso: i lavori partiranno nel 2027 e dureranno cinque anni.
Sotto la superficie, l’ecosistema è irriconoscibile. «È come un prato di quagga», dice Bastiaan Ibelings, professore all’Università di Ginevra. Le cozze hanno raggiunto una profondità record di 250 metri, sostituendo specie autoctone e riscrivendo la base della catena alimentare. Nel Lago di Ginevra la densità media è di 4.000 cozze per metro quadrato, con picchi oltre 35.000. Uno studio del 2022 ha rilevato 98,9% di quagga nei campioni; nel 2024, 100%. «Erano presenti in tutti i campioni», conferma la ricercatrice Salomé Boudet.
Ogni cozza filtra fino a due litri d’acqua al giorno, sottraendo fitoplancton, base dell’alimentazione di piccoli organismi e, a cascata, dei pesci. L’acqua diventa più limpida, la luce penetra più in profondità, le temperature aumentano e crescono i rischi di alghe tossiche. Le conseguenze colpiscono anche l’economia: sono 120 i pescatori professionisti sul Lago di Ginevra.
Originarie dell’area Ponto-Caspica (Mar Nero), le quagga si sono diffuse lungo le rotte marittime. Nei Grandi Laghi USA – invasi dal 1989 – costituiscono oggi oltre il 99% della biomassa di invertebrati in alcuni bacini; i danni richiedono 500 milioni di dollari di interventi federali e perfino i relitti storici sono ricoperti. Ora l’allarme arriva anche dall’Irlanda del Nord, dove il ministro Andrew Muir chiede «massima vigilanza».
Una volta insediate, non esiste una rimozione efficace: resta solo prevenire nuove colonizzazioni pulendo barche e attrezzature. «Tornare indietro è una favola», conclude Ibelings. «Il lago è diverso, ormai. Dobbiamo capire come conviverci».













