VICENZA – L’impegno del CAI in materia ambientale: il Bidecalogo

Martedì 6 marzo 2018, alle ore 21, presso la Sala Polifunzionale del Patronato Leone XIII di Vicenza, si terrà un incontro con Annibale Salsa, antropologo, già Presidente del Club Alpino Italiano dal 2004 al 2010, autore della presentazione del Nuovo Bidecalogo del Club alpino italiano. Il documento, nella sua ultima versione approvata all’Assemblea dei Delegati di Torino nell’anno 2013, rappresenta un necessario aggiornamento alla luce dei molti cambiamenti intervenuti nell’ambiente e nella società negli ultimi 32 anni. Risale, infatti, all’anno 1981 la prima stesura di un Codice di autoregolamentazione approvato dall’Assemblea straordinaria dei Delegati di Brescia mediante il quale i Soci del grande Sodalizio alpinistico intendono fissare in 20 punti alcuni irrinunciabili principi e regole di rispetto dell’ambiente montano. Di fronte a processi di degrado cui venne sottoposta la montagna a seguito di fattori critici come lo spopolamento, la speculazione edilizia, la “disneylandizzazione” consumistica, la riduzione dei paesaggi ad alienanti e banalizzate appendici urbano- metropolitane, il CAI ha chiamato i suoi Soci a riflettere, dopo 150 anni dalla sua fondazione, su tali temi ed a tradurre in norme, vincolanti sul piano etico (principi) e morale (azioni pratiche di comportamento), la frequentazione delle terre alte in chiave turistica, escursionistica, alpinistica, sci-alpinistica. Oggi sta emergendo una nuova sensibilità che incomincia a diffondersi in molti strati dell’opinione pubblica. Accanto alle croniche emergenze ambientali che periodicamente feriscono il Belpaese, negli ultimi anni – anche alla luce della Convenzione europea del Paesaggio dell’anno 2000 – sta affiorando un nuovo interesse per i “paesaggi culturali”, ossia per quegli interventi dell’uomo in ambito rurale che storicamente hanno segnato i territori di montagna mediante buone pratiche, consegnandoci residui di “buon paesaggio” che abbiamo il dovere di valorizzare e tutelare. Lo spopolamento progressivo della montagna ha posto in evidenza nuove emergenze come il re-inselvatichimento di prati e pascoli non più sfalciati o inutilizzati per le attività pastorali e di allevamento. L’avanzata del bosco pioniero rischia di chiudere gli spazi aperti dall’uomo per esigenze agro-pastorali e di produrre un impoverimento della qualità paesaggistica e della biodiversità. Mentre fino al secondo dopoguerra la grande emergenza ambientale era il disboscamento iniziato a fine Ottocento, oggi registriamo il fenomeno opposto di una ri-naturalizzazione invasiva. Inoltre, i cambiamenti climatici stanno aprendo nuovi scenari i cui effetti ci sono soltanto parzialmente noti. Tutto ciò giustifica, pertanto, nuove riflessioni coraggiose. Da qui l’esigenza da cui è scaturita la riedizione di un nuovo bi-decalogo. Spetta agli amici e frequentatori della montagna di farlo proprio e di farlo conoscere anche al di fuori del perimetro associativo. L’assunzione di un impegno morale ha certamente più forza persuasiva, se accettato con convinzione, rispetto a norme sanzionatorie di carattere giuridico-formale.













