Caos in Francia, agricoltori in rivolta: autostrade bloccate e città sotto pressione. Paese alle prese con la crisi della dermatite nodulare

La protesta degli agricoltori contro la gestione dell’epidemia di dermatite nodulare contagiosa (DNC) entra in una nuova fase di tensione, con blocchi stradali, danni a edifici pubblici e forti prese di posizione politiche, mentre il governo accelera sulla vaccinazione di massa del bestiame nel sud-ovest della Francia.
Carcassonne: traffico interrotto e danni in città
Nel pomeriggio, mentre è in corso una manifestazione sull’autostrada A61 nei pressi di Carcassonne, il prefetto dell’Aude ha segnalato in un comunicato ufficiale che si sono verificati danni nel centro cittadino, in particolare nelle aree prossime a diversi edifici pubblici.
Il traffico resta completamente interrotto in direzione Tolosa, tra Carcassonne Est e Bram. Il prefetto ha condannato «con la massima fermezza» i danneggiamenti e l’«occupazione abusiva della carreggiata», avvertendo che nessun blocco sarà tollerato a tempo indeterminato.
Già dalle prime ore del mattino, decine di agricoltori a bordo di una sessantina di trattori, provenienti da Narbonne e Castelnaudary e scortati dalla polizia, avevano bloccato la A61, arteria strategica che collega Tolosa alla costa mediterranea e alla Spagna. La situazione è rimasta critica per tutta la giornata.
Blocchi diffusi e azioni simboliche
Secondo Vinci Autoroutes, i disagi si estendono anche alle autostrade A63, A64 e A20, oltre alla A9 a Narbona, dove gli agricoltori si sono radunati per raggiungere Carcassonne. I blocchi proseguono inoltre sulla A20 a Brive e Cahors, sulla A63 a sud di Bordeaux, sulla A64 tra Tolosa e Bayonne e sulla A89 nell’area di Périgueux.
La circolazione ferroviaria tra Tolosa e Narbona, sulla linea Bordeaux–Marsiglia, è stata interrotta almeno fino a mezzogiorno.
A Limoges, gli agricoltori del Coordinamento Rurale (CR) hanno inscenato una protesta eclatante, trasportando circa 300 tonnellate di paglia marcia davanti alla prefettura per “murare” simbolicamente l’edificio e denunciare quello che definiscono uno “stop all’agricidio”. Il presidente del CR dell’Alta Vienne, Thomas Hégarty, ha dichiarato che le azioni continueranno per “mettere pressione” al governo.
Vaccinazioni: numeri e obiettivi
Sul fronte sanitario, il governo ribadisce che la vaccinazione di massa resta l’unica soluzione praticabile per contenere l’epidemia. Da giugno in Francia sono stati individuati 114 focolai di DNC.
Secondo il Ministero dell’Agricoltura, sono già disponibili 900.000 dosi di vaccino, di cui 500.000 immediatamente utilizzabili e altre 400.000 in arrivo dai Paesi Bassi. L’obiettivo è vaccinare 750.000 bovini il più rapidamente possibile.
Nell’Aude, su quasi 21.000 capi da vaccinare, 11.500 bovini hanno già ricevuto il vaccino. L’arrivo delle nuove scorte dovrebbe consentire di raggiungere il 90% della copertura entro circa quindici giorni.
In Ariège, la campagna è iniziata questa mattina con l’obiettivo di vaccinare il 100% degli allevamenti entro il 31 dicembre, mobilitando esercito, protezione civile, veterinari e studenti di veterinaria.
La vaccinazione è stata inoltre estesa al dipartimento dell’Hérault, dove partirà venerdì per i primi 12 allevamenti della zona regolamentata e da lunedì per il resto del territorio.
Ad oggi, lo Stato ha già versato oltre 6 milioni di euro agli allevatori colpiti dalla malattia.
Veterinari sotto pressione
Durante le interrogazioni al governo in Senato, il primo ministro Sébastien Lecornu ha difeso con forza i veterinari impegnati nella campagna vaccinale, denunciando “minacce inaccettabili” nei loro confronti. «La professione si sta mobilitando in modo ammirevole e straordinario», ha dichiarato, chiedendo sostegno unanime.
Politica e Mercosur sullo sfondo
La crisi agricola si intreccia con il dibattito politico sull’accordo di libero scambio UE-Mercosur. Il presidente Emmanuel Macron ha ribadito più volte che la Francia si opporrà “molto fermamente” a qualsiasi firma forzata dell’intesa nella sua forma attuale, ritenuta insufficiente sul piano delle tutele agricole.
Sulla stessa linea anche l’Italia: la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha definito “prematuro” procedere alla firma senza misure aggiuntive a tutela del settore.
La voce degli agricoltori (e non solo)
La rabbia degli allevatori resta alta e si diffonde anche sui social, talvolta cavalcata da ambienti ultraconservatori e complottisti. A testimoniare il clima di esasperazione è anche la partecipazione, per la prima volta, dello chef stellato Jacques Marcon a una manifestazione nell’Alta Loira. «Senza gli agricoltori, chiudiamo i nostri ristoranti», ha dichiarato, invocando un ritorno a un modello agricolo più locale e sostenibile.
Intanto, mentre il governo invita alla calma e chiede di evitare violenze e vandalismi, le proteste proseguono per il sesto giorno consecutivo, confermando che la crisi legata alla dermatite nodulare contagiosa è ormai diventata una questione sociale, economica e politica di primo piano in Francia.













