Galan ritorna a casa
Galan torna a casa. E’ arrivato il via libera agli arresti domiciliari che è stato scarcerato. Il gip di Venezia Giuliana Galasso ha firmato in mattinata il provvedimento di scarcerazione. Ad attendere Galan fuori dal carcere di Opera (nel Milanese) la moglie Sandra Persegato, che lo accompagnerà nella villa di Cinto Euganeo.
Galan è venuto quindi a patti con la Procura, accordandosi per una pena a due anni e 10 mesi di reclusione e ben 2 milioni e 600 mila euro da dare all’Erario. L’ex governatore chiude così i conti con i pm Ancilotto, Buccini e Tonini che lo accusano di essere stato per anni a libro paga del Consorzio Venezia Nuova (con uno “stipendio” da un milione l’anno, più due tangenti per sbloccare i progetti del Mose), di aver avuto i restauri milionari della propria villa pagati dalla Mantovani, come pure le azioni di quell’Adria infrastrutture interessata a project financing regionali, che come governatore veneto avrebbe potuto favorire.
Dopo tre mesi in cella quindi, con il rischio di rimanervi ancora a lungo in attesa del processo immediato che la Procura era intenzionata a chiedere – bloccando così i termini della custodia cautelare – ha chiesto il patteggiamento, come hanno già fatto i due terzi dei 35 indagati dell’inchiesta, finiti in carcere o ai domiciliari. La difesa aveva chiesto di patteggiare la scorsa settimana: nelle stesse ore in cui i tre sostituti interrogavano il commercialista padovano Paolo Venuti, che ha ammesso di essere il prestanome di Galan nel possesso di società e beni. Per lui, patteggiamento (2 anni) e libertà.
Galan è comunque agli arresti domiciliari nella sua villa di Cinto Euganeo. Nella maxi-udienza del 16 ottobre si stabilirà se i 19 patteggiamenti sinora concordati tra Procura e difese debbano venire accolti. I patteggiament garantiranno lo sconto di un terzo della pena, ma che faranno entrare nelle casse dell’Erario 12 milioni di euro. Galan con il patteggiamento rischia anche di decadere da parlamentare. Dovranno decidere gli altri colleghi.
I suoi legali scrivono
«L’onorevole Giancarlo Galan, a seguito di una profonda e sofferta riflessione, tenuto conto delle sue precarie condizioni di salute e soprattutto della dolorosa e “forzata” separazione dall’amata figlia fi 7 anni, ha maturato la consapevolezza che perseguire un positivo e completo accertamento della sua estraneità ai fatti contestati – che pure riafferma con forza , nonostante l’effettivo ridimensionamento delle accuse a seguito dell’avvenuta declaratoria di prescrizione, significherebbe affrontare un dibattimento estremamente lungo, complesso e accompagnato costantemente da eccezionale clamore mediatico….».














