16 Settembre 2015 - 16.29

VENETO – Guerra nell'Anci, anche i Vicentini pronti a uscire. La presidente: "Un errore"

anci veneto

La presidenta Pavanello: “Un errore dividersi”. Rincara Mondardo (Lega Nord): “Tempo scaduto! Sono passate tre finanziarie e il governo ha messo alla carità i Comuni con l’Anci che è diventato un organo filorenziano”

Dopo la decisione del sindaco leghista di Padova, Massimo Bitonci, di uscire dall’Anci e dopo le annunciate adesioni di altri sindaci veneti e vicentini, arriva la risposta della presidente Pavanello, sindaco di Mirano, già presa di… mira un paio di mesi fa, quando alcuni sindaci del Vicentino la accusarono di essere poco efficace e allineata alla linea governativa di Renzi e Alfano.
I sindaci rincarano ora la dose. Sarebbe pronto un fuggi fuggi da parte di decine di Comuni leghisti dall’Associazione dei Comuni Veneti. Un’iniziativa ufficiale starebbe partendo da Vicenza e vedrebbe come protagonisti i primi cittadini del Carroccio che però invitano tutti ad aderire. Tutti dalla parte di Bitonci che ha definito inutile, inefficace e costosa l’associazione dei Comuni, poco attiva proprio in un momento in cui le politiche governative di Renzi mettono in ginocchio le casse comunali e gestiscono in modo confusionario e pericoloso la questione profughi. Sembrano lontani quindi i tempi in cui l’associazione vedeva collaborare in modo bipartizan i diversi Comuni veneti. Tempi in cui Ora le questioni politiche nazionali dividono il fronte.
«È unendosi che si risolvono i problemi di grande portata, non dividendosi” dichiara la presidente di Anci Veneto Maria Rosa Pavanello. “Da soli, frazionati, si conta ancora meno. Per questo la decisione da parte dei sindaci leghisti di uscire dall’Anci è un macroscopico errore. Sono innanzitutto sbagliate premesse e motivazioni. Non è giusto dire che l’Anci sia allineata sulle posizioni del Governo e non faccia nulla. L’Anci difende concretamente i comuni. E lo stesso fa l’Anciveneto. A riguardo, basta ricordare tutte le battaglie sostenute in questi ultimi mesi dall’associazione da me presieduta contro il Governo per le modifiche al patto di stabilità e contro i tagli. Oppure sulla questione dell’Imu sui terreni agricoli: Anciveneto, assieme all’Anci sarda, è stata la prima a opporsi al provvedimento del Governo e ad avviare la battaglia in favore dei comuni montani, ancora in corso.
L’abbandono di questi sindaci, invece, non avrà altro risultato che indebolire la forza dei comuni e, quindi, pregiudicarne la possibilità di risolvere i problemi. L’idea, poi, di creare un’associazione di comuni parallela all’Anci è un ulteriore passo falso, nonché il preludio a una débâcle. Basta ricordare, per esempio, il tentativo fallimentare fatto dalla Lega con il Conord. Lo stesso Salvini ieri bocciava questa via.
Non si capisce, allora, qual sia lo scopo di questa scissione, quale l’utilità. Se ne indovinano già, però, alcuni effetti negativi: sindaci e comuni isolati, forze parcellizzate e, quindi, sprecate. Di questo spreco bisognerà rispondere ai cittadini. Noi, invece, proprio perché siamo consci dell’importanza di rimanere uniti, specie in occasione di uno snodo cruciale a livello locale quanto nazionale e internazionale, come quello che stiamo vivendo, invitiamo ancora una volta i sindaci che vogliono uscire a ripensarci». Risponde a caldo il segretario provinciale della Lega Nord di Vicenza, Antonio Mondardo: “Il tempo è scaduto. Abbiamo passato ormai tre finanziarie devastanti. L’Anci è poco incisiva e filogovernativa, non difende più gli interessi di tutti i Comuni ma quelli di una parte politiche. Non deve essere questa la filosofia dell’associazione. Stiamo aspettando con terrore i prossimi provvedimenti di Renzi, che per l’ennesima volta farò ricadere sui Comuni e sui cittadini le falle economiche del governo, senza incidere realmente sugli sprechi. Da anni la Lega pianta i pugni per l’adozione dei costi standard e per difendere le municipalità venete, sempre sfruttate. Se non si muove l’Anci, inutile aderire”

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