VENETO – Gli allevatori in 150 a Roma celebrano il Patrono degli animali

Coldiretti ed Associazione italiana allevatori (Aia) protagonisti ieri a Roma, per una memorabile Festa di Sant’Antonio Abate, il patrono degli animali. Mucche, galline, maiali, pecore, conigli, capre, bufale, cavalli ed asini hanno colorato Piazza San Pietro, fin dalle prime ore della mattina, dove i produttori hanno esposto le straordinarie eccellenze della Penisola, tra cui numerose tipicità venete del settore lattiero-caseario. Nel panorama della biodiversità c’erano anche le bellissime mucche Pezzata Rossa, Maremmana e Chianina, la Pecora Merinizzata, la Capra Girgentana con le caratteristiche corna a cavaturacciolo, il maiale Appulo-Calabrese, il Cavallo Agricolo Italiano da Tiro Pesante rapido, l’Asino Ragusano, curiose varietà di conigli, oche e molte altre razze rare e particolari, che hanno dato vita alla più grande stalla sotto il cielo mai realizzata nella Capitale. “L’imponente sfilata a cavallo del Reggimento Corazzieri, dei Carabinieri, dei Lancieri di Montebello e della Polizia di Stato sono stati davvero emozionanti – spiega il presidente dell’Associazione regionale allevatori del Veneto, Floriano De Franceschi – e con tre pullman di allevatori veneti abbiamo fatto autorevolmente sentire la nostra voce, quella di una delle regioni a maggiore vocazione zootecnica”. Nel corso della mattinata è stato divulgato il Dossier “Gli animali nelle case degli italiani”, alla presenza del presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo e dell’Associazione italiana allevatori Roberto Nocentini. “È stata una grande Festa – aggiunge il presidente De Franceschi – in quanto gli animali sono la ricchezza del Paese e della nostra regione in particolare. Abbiamo a cuore il loro benessere ed allo stesso modo il benessere dei cittadini, a cui vogliamo continuare a garantire un prodotto di straordinaria qualità, nella massima trasparenza. Sapere cosa si porta in tavola è fondamentale per poter vivere bene ed al contempo salvaguardare produzioni ed economia”. Concetti condivisi anche dal presidente di Coldiretti Veneto, Martino Cerantola che conclude: “accanto alle tipicità poniamo l’accento anche su razze meno note, ma distintive del nostro patrimonio agricolo e culturale. La tradizione contadina, infatti, ha valorizzato animali come l’oca veneta, tipica razza della Pianura Padana, dall’aspetto imponente e dall’andatura un po’ goffa. La difesa della biodiversità non ha solo un valore naturalistico, ma è anche il vero valore aggiunto delle produzioni agricole made in Italy. Investire sulla distintività è una condizione necessaria per le imprese agricole di distinguersi in termini di qualità delle produzioni ed affrontare così il mercato globalizzato salvaguardando, difendendo e creando sistemi economici locali attorno al valore del cibo”.
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