Scusi, è occupato? No, è il posto del pastore tedesco

Aristarco
Stamattina mi sono imbattuto in un video con un Salvini raggiante come un golden retriever davanti alla ciotola, per annunciare che ora anche i cani potranno viaggiare in aereo accanto al padrone. Non più solo chihuahua infilati in borsetta, ma cani di taglia grande, fino a 76 chili: praticamente un molosso che pesa come un passeggero.
L’Enac lo ha deciso lo scorso 12 maggio, e già immagino la scena: “Signori passeggeri, vi preghiamo di non allacciare soltanto le cinture, ma di tenere saldamente il guinzaglio”.
Attenzione però: non è che da domani Fido può salire a bordo del primo volo per Ibiza.
La norma è “su base volontaria”: tradotto, dipende se la compagnia aerea ha voglia di trasformare l’aeromobile in un’arca di Noè.
Tradotto dal burocratese: se alla Compagnia conviene, bene, altrimenti il cane resta a terra col padrone disperato. Non proprio la sbandierata rivoluzione animalista, insomma.
E qualcosa mi dice che non tutte correranno ad adeguarsi.
Perché, diciamocelo, la vera sfida non sarà far volare i cani, ma convincere le compagnie aerei ad accettare di trasformare i Boeing in una specie di canile itinerante.
Certo, i cinofili sono un bella fetta di mercato, lo si è visto anche con Trenitalia.
Ma la convivenza a bordo tra umani e bestiole non è proprio una passeggiata.
Che facciamo, ad esempio, con chi non tollera i cani o con chi è allergico al pelo?
E se Fuffi, terrorizzato dal decollo, decide di abbaiare per tutto il volo?
O, peggio se, com’è naturale, “si libera” tra i sedili?
Chi interviene? Il proprietario, o la hostess col trolley dei succhi armata di paletta e spray disinfettante?
Immagino che i sindacati del personale di volo avranno sicuramente qualcosa da dire.
E i cani XXL (settanta chili non sono uno scherzo) se occupano un posto, sembra ne debbano lasciare vuoto un altro (come da linee guida Enac), trasformando di fatto una fila in zona canile, con pulizia speciale garantita al ritorno.
Ovviamente serviranno documenti in regola: passaporto canino e vaccino antirabbico. Vietatissimi invece i bulldog e gli altri brachicefali: poveretti, già fanno fatica a respirare in poltrona, figuriamoci in quota.
Capisco che al Ministro del “Ponte” piaccia esibire la conquista accanto alla sempre entusiasta Michela Vittoria Brambilla, ma vedremo alla prova dei fatti quante compagnie avranno voglia di arruolare cani e padroni come nuovi frequent flyer.
E poi, domanda da cittadino qualsiasi: se uno non ha un cane ma, poniamo, un maiale da compagnia?
Anche lui ha diritto alla poltrona in business class o lo lasciamo nel vano bagagli?
Aspettiamo lumi dall’Enac.
Aristarco













