Ri-scoppia la guerra tra Thailandia e Cambogia dopo il cessate il fuoco mediato da Trump

Lunedì 8 dicembre Thailandia e Cambogia si sono nuovamente accusate a vicenda di aver riacceso gli scontri lungo il loro conteso confine. Bangkok ha dichiarato di aver condotto attacchi aerei, meno di due mesi dopo la firma del cessate il fuoco mediato dall’ex presidente statunitense Donald Trump.
Secondo il ministro dell’Informazione cambogiano Neth Pheaktra, almeno quattro civili cambogiani sono stati uccisi nei bombardamenti thailandesi nelle province di Oddar Meanchey e Preah Vihear, e circa dieci persone sono rimaste ferite. La Thailandia ha invece riferito della morte di un proprio soldato e del ferimento di altri otto militari.
Le tensioni si inseriscono in una disputa di lunga data sulla demarcazione di alcune sezioni del confine, risalente all’epoca coloniale francese. Le aree contese includono diversi templi storici, tra cui Preah Vihear. Pur avendo la Corte Internazionale di Giustizia assegnato la sovranità a Phnom Penh, Bangkok continua a non riconoscere la competenza della Corte in materia territoriale.
Il cessate il fuoco raggiunto lo scorso 26 ottobre a Kuala Lumpur, durante il tour asiatico di Trump, era stato definito dallo stesso presidente statunitense come un accordo storico. Doveva porre fine a cinque giorni di intensi combattimenti a luglio, condotti sia via terra sia via aria, che avevano provocato almeno quarantatré morti e lo sfollamento di circa trecentomila persone. Tuttavia, l’intesa si era rapidamente incrinata: a novembre la Thailandia ne aveva sospeso l’applicazione dopo l’esplosione di una mina che aveva ferito quattro suoi soldati, accusando la Cambogia di aver disseminato nuovi ordigni. Phnom Penh aveva respinto le accuse, parlando di residuati bellici del passato e confermando il proprio impegno verso l’accordo.
Nella notte tra domenica e lunedì le ostilità sono riprese. L’esercito thailandese sostiene di essere stato attaccato nella provincia di Ubon Ratchathani, mentre il Ministero della Difesa cambogiano afferma che le forze thailandesi avrebbero lanciato un’offensiva nelle province di Preah Vihear e Oddar Meanchey senza ricevere risposta da parte delle truppe cambogiane.
Il presidente del Senato cambogiano ed ex primo ministro Hun Sen ha invitato le unità schierate al fronte alla massima prudenza, avvertendo al tempo stesso che una linea rossa per eventuali ritorsioni è stata delineata. Bangkok ha confermato l’impiego di velivoli da combattimento con l’obiettivo dichiarato di colpire esclusivamente obiettivi militari e fermare il fuoco di supporto cambogiano. Secondo il portavoce Winthai Suvaree, gli attacchi aerei sarebbero stati condotti con la massima precisione, senza conseguenze per la popolazione civile.
La ripresa dei combattimenti ha provocato nuove evacuazioni: le autorità thailandesi riferiscono che circa trentacinquemila persone sono state allontanate dalle zone di frontiera durante la notte. Anche dal lato cambogiano molti abitanti hanno abbandonato i villaggi in cerca di sicurezza.













