Questo oggetto interstellare sta attualmente attraversando la periferia della nostra stella: cosa sappiamo della palla di fuoco 3I/ATLAS?

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È stata identificata una nuova cometa proveniente da fuori il Sistema Solare, un evento estremamente raro che rappresenta solo la terza osservazione di questo tipo nella storia dell’astronomia moderna. L’oggetto, chiamato 3I/ATLAS, è stato scoperto il 1° luglio dal telescopio ATLAS della NASA, situato in Cile.
Originaria della costellazione del Sagittario, la cometa viaggia a una velocità straordinaria di 58 chilometri al secondo (oltre 200.000 km/h), una velocità che esclude un’orbita attorno al Sole e suggerisce che sia sotto l’influenza gravitazionale di una stella lontana, in viaggio attraverso lo spazio interstellare.
Una cometa di ghiaccio in rotta sicura
Il Minor Planet Center dell’Unione Astronomica Internazionale ha classificato ufficialmente 3I/ATLAS come cometa interstellare. Secondo gli astronomi, ha un diametro compreso tra i 10 e i 20 chilometri, anche se potrebbe essere più piccola se composta prevalentemente da ghiaccio, in grado di riflettere maggiormente la luce.
Attualmente si trova a circa 670 milioni di chilometri dal Sole e seguirà una traiettoria che la porterà a una distanza minima di 240 milioni di chilometri dalla Terra, escludendo qualsiasi rischio d’impatto.
Visibilità e osservazioni future
Sebbene sia un oggetto di grande interesse scientifico, non sarà visibile a occhio nudo. Rimarrà comunque osservabile attraverso telescopi professionali fino a settembre, prima di scomparire temporaneamente dietro il Sole. La NASA prevede un ritorno alla visibilità nel mese di dicembre, quando sarà possibile proseguire con nuove analisi.
Un evento raro e prezioso per la scienza
3I/ATLAS si aggiunge a una lista ristrettissima di oggetti interstellari mai osservati nel nostro sistema. Prima di lei, solo ʻOumuamua (2017) e 2I/Borisov (2019) avevano destato l’attenzione della comunità scientifica mondiale. ʻOumuamua, in particolare, fece discutere per le sue caratteristiche anomale, tanto da spingere alcuni studiosi a ipotizzare (poi smentite) origini artificiali.
Secondo l’astronomo Mark Norris, questa nuova cometa offre un’opportunità unica: se gli strumenti riuscissero a rilevare composti organici come gli amminoacidi, si potrebbe rafforzare l’ipotesi che le condizioni per lo sviluppo della vita siano comuni anche in altri sistemi stellari.
Sebbene al momento non sia tecnicamente possibile lanciare una missione per intercettarla, 3I/ATLAS rappresenta comunque una finestra preziosa sull’universo, capace di fornire nuove informazioni sulla formazione di sistemi planetari lontani e, forse, sull’origine della vita stessa.