Prodotti elettronici non sicuri, maxi sequestro della Guardia di finanza: ritirati dal mercato 27 mila articoli

Nell’ambito delle attività di controllo a tutela del mercato dei beni e della sicurezza dei consumatori, intensificate nel periodo delle festività natalizie sui prodotti di maggior consumo, la Guardia di finanza del Comando provinciale di Padova ha sequestrato circa 27 mila articoli elettrici ed elettronici irregolari.
I sequestri sono avvenuti nel corso di diversi interventi ispettivi che hanno interessato grossisti operanti nel territorio padovano. In almeno due casi, ritenuti particolarmente significativi, le irregolarità hanno riguardato operatori economici con sede nel capoluogo e nell’hinterland.
Nel primo intervento, eseguito a Padova presso una società attiva nel commercio all’ingrosso di articoli casalinghi, i finanzieri hanno rinvenuto circa 3.800 luminarie natalizie prive delle obbligatorie indicazioni identificative del fabbricante. Una violazione delle norme del Codice del consumo, che impongono ai rivenditori di rendere sempre identificabile il produttore e di fornire informazioni utili alla valutazione e alla prevenzione dei rischi per i consumatori.
Il secondo intervento ha riguardato un’area nei pressi della zona industriale di Padova, dove sono stati individuati quasi 23.000 accessori per smartphone – tra caricabatterie, auricolari e batterie portatili – trasportati su un autoarticolato diretto a un’azienda che importa dalla Cina prodotti elettronici destinati alla distribuzione sul territorio nazionale. La merce, così come ulteriori partite già stoccate nei magazzini dell’impresa, è risultata irregolare perché accompagnata da dichiarazioni di conformità redatte in Cina da un soggetto non autorizzato a rappresentare il fabbricante o il suo delegato nell’Unione Europea.
In entrambi i casi è scattato il sequestro dei prodotti e la contestazione amministrativa delle violazioni previste dal Codice del consumo a tutela della salute dei cittadini. Ai legali rappresentanti delle due aziende sono state irrogate sanzioni pecuniarie fino a 30 mila euro, con segnalazione alla Camera di Commercio di Padova.













