3 Gennaio 2023 - 12.06

PILLOLA DI ECONOMIA – Giorgia Meloni ed il taglio (mancato) delle accise sui carburanti

Umberto Baldo

Si usa dire che la gente ha la memoria corta.

Ed è vero, soprattutto per quanto riguarda la politica, ed in particolare per  le sparate che i nostri politici fanno in particolare quando in campagna elettorale sono alla ricerca del vostro voto.

Fino a qualche anno fa queste dichiarazioni, queste prese di posizione, finivano nel dimenticatoio, perché per andarle a ripescare  bisognava mettersi con pazienza certosina a sfrugugliare negli archivi dei giornali, e lo si faceva solo se si voleva mettere seriamente in difficoltà il politico in questione.

Oltre a tutto bisognava che anche chi si accingeva a fare la ricerca avesse una memoria di elefante per ricordare che  nel tal mese del tal anno (il giorno direi che era eccessivo) il tal segretario del partito, il tal Ministro, il tal onorevole, avesse dichiarato questo o quello.

Credo che i nostri Demostene non abbiano ancora preso coscienza, non abbiano ancora realizzato che con l’avvento del Web e dei nuovi mezzi di comunicazione è cambiato tutto.

Ma veramente tutto, perché, diversamente da noi umani, “la Rete ha la memoria lunga” e ormai basta indicare sulla tastiera di un device il nome di un politico ed un argomento, digitare un clic, ed in tempo reale ti vengono presentate tutte le sue dichiarazioni negli anni precedenti.

E si può andare indietro anche per periodi piuttosto lunghi.

Pur essendo diventati assidui frequentatori ed utilizzatori dei social, i nostri Demostene sembrano non aver ancora ben percepito che la dichiarazione di oggi fatta in un certo contesto, in un tempo successivo ed in un contesto diverso, può ritorcerglisi contro, mettendo così a nudo che la politica è fatta per buona parte da menzogne spacciate per verità, propositi assurdi, e soprattutto promesse destinate a schiantarsi contro la nuda realtà.

Logica vorrebbe che i Demostene, consci che ormai nulla viene più dimenticato, nelle esternazioni verbali si limitassero se non nei toni almeno nei contenuti; ma cosa volete quando c’è di mezzo l’ansia da voto, ogni argine viene inevitabilmente superato. 

Volete un esempio emblematico?

Da quanti anni sentite parlare delle accise sui carburanti, che incidono sul prezzo degli stessi per quasi due terzi, e che comprendono voci che risalgono alla guerra di Etiopia?

“Ab immemorabili”, usando un’espressione latina!

Ebbene nel 2018 Capitan Salvini in campagna elettorale aveva promesso perentoriamente: “Nel primo Consiglio dei Ministri subito via 7 accise sulla benzina”.  

E perché non ci fossero dubbi sulle sue intenzioni si esibì in un video con tanto di tabellone raffigurante i balzelli, mentre armato di pennarello via via li eliminava con una bella croce sopra, declamando: “più soldi nelle tasche degli italiani”.

Non se ne fece niente ovviamente, e la Lega ne attribuì la colpa agli allora sodali 5Stelle.

Un vero e proprio invito a nozze per Giorgia Meloni, che si fece allora ritrarre anche lei in un video nel quale guidando un’automobile si ferma ad un distributore di benzina chiedendo al benzinaio di metterne “50 euro”.  

Al momento di pagare offre una banconota da 50, ma l’addetto chiede che gli vengano corrisposti soli 15 euro, perché i restanti 35 dovevano andare al suo “socio”.

Ed come “socio” si presenta un signore con tanto di barba e occhiali neri, con un bel cartello con su scritto “Fisco”. 

Dopo aver pagato i 35 euro all’inquietante individuo la Meloni si gira in favore di telecamera e pronuncia queste fatali testuali parole: “Avere capito?  Quando voi fate 50 euro di benzina 15 vanno al benzinaio e 35 allo Stato, tra Iva e le famose accise sulla benzina, delle tasse in alcuni casi vecchissime, certe ce le abbiamo da quando hanno inventato il motore a scoppio. 35 euro su 50 vanno allo Stato italiano, ed è una vergogna!  E non solo noi chiediamo che non aumentino le accise sulla benzina, come è previsto dalla manovra di questo Governo (Conte per l’esattezza) che se non riesce a trovare i soldi per disinnescare le clausole di salvaguardia, farà aumentare l’Iva e le accise sulla benzina.  Noi pretendiamo che le accise vengano progressivamente abolite, perché è uno scandalo che le tasse dello Stato italiano compromettano così la nostra economia.  Quando io faccio 50 euro di benzina il grosso deve finire nella mia macchina, non in quella dello Stato”.

Data la veemenza di queste dichiarazioni, che ricordo risalgono al 2018, quando la Meloni era saldamente all’opposizione, uno sarebbe stato legittimamente portato a pensare che con la prima Legge di Bilancio una sforbiciata alle accise sui carburanti, magari piccola a mo’ di segnale, il Governo Meloni l’avrebbe messa in campo.

Ma quando mai!

Con una giravolta degna di due trapezisti circensi, la premier Meloni ed il vicepremier Salvini non solo le famigerate accise non le hanno eliminate, ma hanno addirittura ridotto di oltre la metà gli sconti introdotti dal governo Draghi, con il risultato che vi sarete sicuramente accorti che alla mezzanotte del primo dell’anno il prezzo ai distributori è aumentato di circa 15 centesimi al litro.

Poiché, come accennato all’inizio, la rete ha la memoria lunga, era ovvio che i video dei nostri due “tagliatori di accise” venissero riesumati, e ora imperversino sui social. 

Vi risparmio le motivazioni addotte dai nostri Demostene per  il mancato taglio, che si possono riassumere in due parole; mancanza di risorse.

Vedete, io non mi scandalizzo per questa scelta, che ha un suo senso; quello che mi fa andare fuori dai gangheri è che Lor Signori pensino e si muovano come se noi italiani non  fossimo un popolo composto da gente pensante che ha diritto di sapere la verità,  bensì da un’accozzaglia di persone con l’anello al naso, una massa di creduloni da prendere in giro con promesse fantasmagoriche, con menzogne dette sapendo di mentire.

Giorgia Meloni mangia pane e politica da quando era in fasce. E’ in Parlamento da sempre, vicepresidente della Camera dal 2006 al 2008, Ministro dal 2008 al 2011.  Quindi conosce a fondo i meccanismi della politica italiana, i bilanci dello Stato, le risorse pubbliche, il sistema fiscale.

Non è etico invocare la cancellazione delle accise  quando si è all’opposizione, salvo scoprire, quando ci si ritrova a capo dell’Esecutivo, che le cose sono un pochino più complicate, che governare è più difficile che lanciare sul web slogan semplicistici, che visti con il senno di poi finiscono fatalmente per assumere il sapore di barzellette.

E poi si meravigliano se gli italiani si disaffezionano sempre più alla politica!

Umberto Baldo

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
duepunti
UNICHIMICA

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