18 Luglio 2022 - 8.43

PILLOLA DI ECONOMIA – C’è sempre chi sta peggio

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Restando anche oggi sul tema dell’inflazione, parlando con la gente ci si rende conto che adesso l’aumento costante ed incontrollato dei prezzi comincia ad essere percepito dai più come un problema maledettamente serio e preoccupante.

Certo questa preoccupazione è acuita dal fatto che veniamo da anni in cui il potere di acquisto è rimasto stabile, con tassi a zero e spread sotto controllo.

E non meraviglia quindi che il cittadino medio rimanga basito quando, dalla cassa del supermercato alla pompa benzina, trova tutto aumentato di circa il 20%.  E sorvoliamo per carità di patria sul caro bollette!

Certo un’inflazione media che marcia ormai verso il 10% è sicuramente inquietante, ma, cosa volete, per la serie che al mondo tutto è relativo viene da chiedersi cosa dovrebbero fare ad esempio i cittadini dello Zimbawe.

Già perchè questa Nazione dell’africa australe (una volta colonia inglese con il nome di Rhodesia) ha il primato di avere il tasso inflattivo più alto del mondo.

Nel giugno scorso ha raggiunto il 191,6%, rispetto al 60% di inizio anno, e la scorsa settimana i tassi di interesse sono più che raddoppiati, raggiungendo il 200%.

Credo sia inutile che mi soffermi sugli effetti che un caro vita del genere ha sul tenore di vita dei cittadini di questo Stato.

Basti dire che per la maggioranza della popolazione (in tutto 15 milioni) è diventato un lusso persino mangiare un po’ di carne, tanto che cinque chili di cosce di pollo valgono oggi circa 64 euro, che corrispondono allo stipendio medio mensile di un dipendente pubblico.

Certo il conflitto in Ucraina ha contribuito ad accelerare la svalutazione monetaria, ma purtroppo non è la prima volta che lo Zimbawe si trova a fronteggiare una situazione simile, tanto che durante la crisi del 2008 la Banca Centrale, a fronte di un’inflazione ufficiale del 355mila%, ma stimata nell’8,5milioni%, fu costretta ad emettere una banconota da 1000miliardi di dollari.

Sicuramente vivere con una tale dinamica dei prezzi non deve essere facile per nessuno, ma lo Zimbawe rappresenta solo la punta di un iceberg, perché altri Paesi sono costretti a convivere con un’inflazione galoppante, tipo, per fare qualche esempio, il Sud Sudan con il 187,9%, il Venezuela con l’ 87,5%, la Turchia con il 78,82%   e l’Argentina con il 64%.

Mi soffermo un attimo sull’Argentina perché l’economia di questa nazione rappresenta per gli economisti un vero mistero, nel senso che non c’è una spiegazione univoca della perenne stagnazione, tanto che è talvolta considerata come una singolarità che sfugge alle normali teorie macroeconomiche.

Come spiegare infatti che questo Paese, che all’inizio del XX secolo era una delle nazioni più ricche e avanzate del continente americano, nell’ultimo secolo ha avuto deficit di bilancio quasi ogni anno (107 su 117 anni) e ha dichiarato default sui propri debiti  ben nove volte.

La motivazione più plausibile del costante rosso dei conti sta nel ruolo  assolutamente negativo giocato dalla politica, più precisamente nella fortissima instabilità della politica argentina.

Da Juan Peronalla dittatura dei generali, dalla democratizzazione al populismo, passando per la lotta costante fra protezionisti e liberisti, la schizofrenia a base ideologica delle classi politiche argentine ha progressivamente eroso la fiducia degli investitori esteri, ostacolato una qualsiasi pianificazione di un serio risanamento.

Forse qualche riflessione ai riguardo andrebbe fatta anche dalle nostre parti, perché nonostante le profonde differenze fra Italia ed Argentina, entrambi i Paesi sono caratterizzati da una “politique politicienne” che è autoreferenziale, inconcludente, incapace di risolvere i problemi.

In entrambi i Paesi tutta la classe dirigente, “ à droite” come “à gauche” non percepisce l’urgenza di grandi riforme economico-sociali ineludibili per affrontare le dinamiche di un  mondo in continuo cambiamento.

E la difesa di quasi tutti i nostri Partiti delle posizioni corporative dei balneari e dei tassisti ne costituisce un fulgido esempio.

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