Negozio “chiuso per paura” a Vicenza. Il caso diventa nazionale. Giovine: “Intervenire sul Decreto Sicurezza”. Rucco: “Chi ha paura non vive libero”

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“Chiuso per paura”, il cartello di una negoziante di Vicenza diventa simbolo nazionale: il caso approda in Parlamento
Vicenza – Un cartello scritto a mano e appeso alla vetrina del negozio Maison Marguerite in corso Fogazzaro, nel cuore del centro storico, ha sollevato un’ondata di indignazione che ha superato i confini locali, diventando in poche ore un caso nazionale. La scritta è semplice quanto potente: “Chiuso per paura”. Parole che raccontano la vicenda di Margherita Parolin, titolare dell’attività da 33 anni, costretta ad abbassare la saracinesca dopo continue aggressioni e molestie da parte di un cittadino marocchino irregolare e senza fissa dimora.
Il 35enne, già destinatario di un Daspo Willy e di un provvedimento di espulsione, era stato condotto nel Cpr di Gradisca d’Isonzo, ma rilasciato poco dopo in seguito a una certificazione medica che ne attestava l’incompatibilità con la permanenza nella struttura. Da allora, l’uomo è tornato più volte nei pressi del negozio, incurante delle misure disposte contro di lui.
Giovine (FdI): “Serve riforma sui certificati medici e sui Cpr”
La vicenda è approdata anche in Parlamento. Il deputato di Fratelli d’Italia Silvio Giovine ha sollevato interrogativi sulla gestione del caso e sulle contraddizioni tra certificazioni sanitarie che prima giudicano un soggetto compatibile con il Cpr e poi ne determinano il rilascio. «È assurdo – dichiara Giovine –. Le forze dell’ordine fanno il loro dovere, ma le norme e certi automatismi impediscono l’efficacia degli interventi. Proporrò emendamenti per correggere queste falle. Il Decreto Sicurezza del Governo Meloni è arrivato come aria fresca per le forze dell’ordine, che fanno un lavoro immenso e spesso vedono annullati i loro sforzi o vengono messe nelle condizioni di non poter operare. Di sicuro servirà qualche emendamento al Decreto Sicurezza per spazzare via le follie introdotte da 15 anni di politica delle porte aperte».
Parolin: “Una battaglia personale, ma condivisa da molti”
Margherita Parolin, che ha ricevuto la visita di due televisioni nazionali e la solidarietà di numerosi cittadini, continua a ribadire: «Non riaprirò finché non avrò garanzie sulla mia sicurezza. Non è una battaglia politica, è una vicenda personale che purtroppo accomuna molti commercianti e cittadini». A suo sostegno sono intervenuti esponenti di entrambi gli schieramenti politici, dal sindaco Giacomo Possamai (centrosinistra) al consigliere comunale Francesco Rucco (FdI), che ha definito il cartello “un grido di dolore” e invocato «meno retorica e più azione».
Rucco: “Chi ha paura non vive libero”
Rucco, già sindaco di Vicenza, ha annunciato un impegno concreto per riformare il quadro normativo che – a suo dire – ostacola l’efficacia delle forze dell’ordine e la sicurezza dei cittadini. «Non è solo percezione, è realtà. Non possiamo continuare a gestire la sicurezza pubblica con strumenti inefficaci e leggi ideologiche figlie di decenni di politica dell’inclusione a ogni costo. La sicurezza è libertà».
Una vicenda simbolo
Il caso di Vicenza, con la sua carica emotiva e simbolica, ha acceso i riflettori sul tema della sicurezza urbana, delle espulsioni impossibili e delle falle nei meccanismi di accoglienza e controllo. La vicenda della piccola bottega di corso Fogazzaro è ormai diventata emblema di un disagio più ampio, che riguarda molte città italiane. E il cartello “Chiuso per paura” resta appeso, in attesa non solo di una riapertura, ma di un cambiamento.













