12 Dicembre 2025 - 10.35

Lupo declassato: animalisti sul piede di guerra


LEAL annuncia battaglia legale: “Decisione antiscientifica, rischio gravissimo per l’ecosistema”

LEAL – Lega Antivivisezionista – annuncia una mobilitazione totale contro il declassamento del lupo approvato dalla Camera, definendolo un provvedimento «gravemente pregiudizievole» e privo di basi scientifiche. L’associazione ha già depositato un ricorso al Tribunale di Giustizia Europeo e si dice pronta ad attivarsi «in ogni sede possibile» affinché la decisione non venga applicata in Italia.

«Il voto favorevole della Camera è antiscientifico e dettato da interessi di parte» denuncia Cristiano Fant, operatore esperto in Etologia Relazionale e responsabile LEAL per la fauna selvatica. Secondo Fant, la scelta politica alimenta un clima di paura e disinformazione, anziché favorire una gestione razionale e basata su dati.

A dimostrarlo, spiega LEAL, sono i casi come quello di Ospitale di Cadore, piccolo comune bellunese di 260 abitanti dove si parla di “tre branchi di lupi” e di una popolazione “assediata”. «Dichiarazioni prive di fondamento tecnico» commenta Fant, «che mostrano come la percezione distorta possa trasformare un animale timoroso dell’uomo in un presunto mostro».

Il problema, sostiene l’associazione, affonda le radici anche nelle omissioni delle istituzioni locali. La Legge Regionale del Veneto 60/93, all’articolo 7, impone a Comuni e ASL di svolgere ogni anno incontri pubblici e attività scolastiche per educare al corretto rapporto uomo-animale-ambiente. «Ma questo non è mai stato fatto» denuncia LEAL, «e nessuno – né prefettura né polizia giudiziaria – ha mai verificato tali inadempienze».
Un vuoto informativo che alimenta paure irrazionali e tensioni sociali, trasformando il lupo in un capro espiatorio.

Per LEAL, il vero pericolo è proprio il declassamento, che apre la strada alla possibile caccia a una specie fondamentale per il mantenimento degli equilibri ecologici. «Il lupo non è un rischio per l’uomo» ribadisce Fant, «ma è essenziale per il controllo naturale delle popolazioni di ungulati e per la salute degli ecosistemi».

L’associazione ricorda inoltre che l’Italia deve affrontare un’altra emergenza: l’aumento del randagismo, frutto – secondo LEAL – del fallimento della legge 281/91 sulla tutela degli animali d’affezione. «Mentre non si risolve un problema reale, si crea un caso sul lupo per motivi politici e non scientifici» conclude Fant.

LEAL conferma quindi una linea di totale opposizione: ricorsi, pressione pubblica, iniziative informative e monitoraggio istituzionale. «Difendere il lupo significa difendere l’equilibrio dell’ambiente in cui viviamo tutti» afferma l’associazione. «Il declassamento rappresenta un pericolo enorme, e non resteremo a guardare».

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