I sindacati: “Sospendere le attività produttive non essenziali”

Interviene la segreteria Fiom Cgil Veneto tramite Antonio Silvestri sul dibattito che investe la chiusura o meno di tutte le aziende venete.
“Mentre tutti sono costretti a restare a casa, gli unici a dover uscire sono i lavoratori.
Martedì scorso il Sindaco di Milano spiegava al mondo che, in base al controllo delle celle telefoniche, oltre
il 40% dei cittadini lombardi si spostava a più di 300 metri da casa. Non ci sono dubbi che analoga cosa stia
succedendo anche in Veneto. Non serve un acuto osservatore per capire che non sono le passeggiate che
determinano questo, ma sono i tanti lavoratori che ogni giorno si recano al lavoro.
Nel bel mezzo dell’infuriare del contagio, mentre di giorno in giorno si moltiplicano i casi di cittadini affetti
dal coronavirus e, mentre anche in Veneto
molti lavoratori risultano positivi al virus, il Governo vara l’ennesima “stretta” che va a proibire le passeggiate
e le corsette. Si chiudono i parchi e l’esercito sorveglia le strade e le piazze, mentre volano i droni per
controllare gli spostamenti, eppure le attività lavorative non necessarie continuano.
La Fiom Cgil, i suoi funzionari e soprattutto i suoi delegati (a cui va il mio più sentito ringraziamento) con
passione e impegno hanno svolto un ruolo importantissimo: fabbrica per fabbrica hanno sostenuto la
necessità della messa in sicurezza dei lavoratori, contrattando la sospensione e la riduzione delle attività, il
rispetto delle norme stabilite dal protocollo, ricorrendo dove necessario anche allo sciopero per rivendicare
il diritto primario alla sicurezza. In pochi giorni la contrattazione ha riguardato quasi 50.000 lavoratori nella
regione.
Eppure, ancora non basta, anche in Veneto il contagio continua e si moltiplica in maniera esponenziale.
Dopo le giuste misure intraprese dal Governo sugli ammortizzatori sociali, sui congedi e sugli aiuti al lavoro
adesso bisogna sospendere tutte le attività non necessarie: DIFENDIAMO I LAVORATORI, NON
ESPONIAMOLI OLTRE AL CONTAGIO!
Sappiamo benissimo che non è una scelta facile. Ancora non si conoscono le dimensioni e la durata della crisi
che in queste ore si sta scatenando: sono centinaia e centinaia in tutto il Veneto le richieste di cassa
integrazione e il dubbio concreto è se, come e quando riprenderanno il lavoro; eppure non c’è altro tempo
da perdere; l’unica misura di salvaguardia vera della salute dei lavoratori è la fermata.
Serve coraggio, ma non ci sono alternative, se si vuole battere questa calamità, bisogna sospendere tutte
le attività non essenziali”.













