Dazi di Trump al 50%? Il Veneto rischia 2,39 miliardi di esportazioni

Se l’ipotesi ventilata da Donald Trump di imporre dazi fino al 50% sulle merci europee diventasse realtà, l’Italia potrebbe vedere svanire oltre 23,5 miliardi di euro di export verso gli Stati Uniti, pari al 36,65% del totale delle esportazioni manifatturiere del 2024. A lanciare l’allarme è Adacta Tax & Legal, società vicentina specializzata in consulenza fiscale, legale e societaria, che ha elaborato uno studio dettagliato sugli scenari possibili, incrociando dati ISTAT e uno studio commissionato dal Parlamento Europeo.
Lo studio si concentra su due ipotesi: dazi al 20% e dazi al 50%. Nel primo caso l’impatto sarebbe già significativo, con una perdita stimata di 9,4 miliardi di euro, pari al 14,66%. Ma è lo scenario più estremo a preoccupare maggiormente, con un crollo stimato del 36% delle esportazioni verso gli USA.
Le regioni più colpite sarebbero quelle a maggiore vocazione manifatturiera:
- Lombardia: -4,92 miliardi di euro
- Emilia-Romagna: -3,17 miliardi
- Veneto: -2,39 miliardi
- Piemonte: -1,84 miliardi
«Si tratta di un potenziale danno che si aggiunge alle difficoltà già vissute dalle imprese nel 2024, anno in cui l’export italiano è calato del 3% rispetto al 2023 – spiega Tommaso Vio, presidente di Adacta Tax & Legal –. In un contesto così incerto, vanno esplorati nuovi approcci: aggregazioni e consolidamento della dimensione aziendale sono strumenti per rafforzare la competitività e affrontare le sfide globali».
Il comparto agroalimentare risulterebbe il più penalizzato, a causa dell’alta elasticità della domanda statunitense: oltre un certo prezzo, i consumatori tendono a cambiare prodotto. Diversa la situazione per il lusso (automotive e gioielleria), dove la leva del prezzo ha un impatto minore sulle scelte d’acquisto.
Lo studio considera anche il pass-through degli intermediari, ovvero la possibilità che grossisti e rivenditori assorbano circa un quarto dell’aumento dei prezzi causato dai dazi, scaricando sul consumatore i restanti tre quarti.
Fabio Bonato, responsabile della divisione “Special Situation” di Adacta Tax & Legal, precisa: «Nel breve periodo l’aumento del prezzo finale segue quasi in proporzione il valore del dazio. Tuttavia, nel lungo termine i consumatori potrebbero modificare stabilmente le proprie abitudini, accentuando la perdita di mercato per le imprese italiane. Molto dipenderà dalle trattative tra UE e amministrazione Trump, che potrebbero attenuare gli effetti più gravi».