4 Dicembre 2025 - 15.12

A Vicenza intervento record: sostituite due valvole cardiache in un percorso terapeutico mininvasivo su una paziente del Lazio

La paziente, residente nel Lazio, si è rivolta al Centro di Cardiochirurgia di Vicenza per una delicata procedura di sostituzione di due valvole cardiache con tecniche mininvasive dopo un precedente intervento

La Cardiochirurgia di Vicenza non è solo un luogo dove si entra e si esce con una piccola cicatrice.
È un punto di contatto tra tecnologia, competenza e umanità. L’obiettivo è sempre lo stesso: fare l’impossibile per restituire la vita ai pazienti, spesso provenienti da tutta Italia.

Un caso complesso

Lo dimostra ancora una volta il recente caso di una paziente residente in Lazio, di 72 anni: già sottoposta ad un intervento cardiochirurgico nel 2003 in altra sede per la sostituzione della valvola mitralica con una protesi meccanica, è arrivata al San Bortolo con un quadro clinico generale complesso e delicato. La malattia che aveva portato la paziente al primo intervento, negli ultimi anni aveva infatti rovinato anche altre due valvole cardiache (la valvola aortica e la valvola tricuspide). Un cuore dunque “malandato”, con entrambi i ventricoli dilatati e una capacità di contrazione della camere cardiache in forte riduzione e al di sotto dei valori fisiologici. 

Giunta al San Bortolo per la fama e l’esperienza della Cardiochirurgia di Vicenza nel trattamento delle valvulopatie con l’innovativo approccio endoscopico, la paziente viene sottoposta ad attenta valutazione a seguito della quale le viene prospettato un iter delicato e complesso, non negandole quanto le era stato già enunciato in precedenza dai suoi stessi medici curanti, ovvero che il trattamento della sua condizione comportava un rischio altissimo.

Il caso viene quindi analizzato in sede collegiale a Vicenza, in “Heart Team”, dove agli specialisti cardiochirurghi del team diretto dal dott. Loris Salvador si uniscono i colleghi Cardiologi diretti dal dott. Giovanni Morani per definire il più appropriato iter terapeutico.

Gli esami pre-operatori eseguiti durante il ricovero mostrano un quadro ancor peggiore rispetto a quello inizialmente prospettato quando era arrivata la documentazione: l’iter terapeutico si evidenzia pericoloso e complesso. 

L’Heart Team valuta quindi le possibili soluzioni secondo più prospettive: confronta rischi e benefici delle diverse opzioni, costruendo un percorso terapeutico su misura. Si stabilisce di trattare la paziente in più fasi per diluire il rischio e di procedere quindi con un intervento combinato, ibrido: dapprima l’impianto di una protesi in sede aortica per via percutanea (utilizzando un catetere con accesso dall’arteria femorale, TAVI) e successivamente una procedura chirurgica mininvasiva endoscopica per sostituire la valvola tricuspide.

Questo approccio avrebbe evitato di dover isolare completamente il cuore dalle pericolose aderenze cicatriziali formatesi a seguito del primo intervento del 2003: infatti se l’intervento fosse stato effettuato in maniera tradizionale, sarebbe stato necessario staccare il cuore dalle vecchie aderenze cicatriziali che lo avevano incollato allo sterno e questo avrebbe aumentato ulteriormente il rischio operatorio con possibili gravissime emorragie. 

La terza fase, se necessario, sarebbe stata l’eventuale impianto di un Pacemaker definitivo.

Il programma stabilito viene portato a termine in maniera eccellente e nei tempi stabiliti. Nella prima fase una équipe mista, composta da Cardiochirurghi e Cardiologi, coadiuvati dai colleghi anestesisti, tecnici ed infermieri, lavorano nella nuova sala ibrida utilizzando la più recente ed avanzata tecnologia e il sistema di visualizzazione ad alta definizione per impiantare alla paziente una protesi TAVI in sede valvolare aortica per via percutanea, senza praticare alcuna incisione se non una puntura in arteria femorale. La procedura viene svolta regolarmente senza alcuna complicanza.

Dopo cinque giorni viene quindi eseguito l’intervento cardiochirurgico di sostituzione della valvola tricuspide con approccio minitoracotomico mininvasivo endoscopico, senza fermare il cuore ma utilizzando la circolazione extracorporea (macchina cuore-polmoni), e viene impiantata una protesi biologica in sede di valvola tricuspide: il tutto attraverso un piccola ferita situata poco sotto l’ascella di destra. Anche in questo caso la procedura si svolge regolarmente, senza alcuna complicanza nonostante la complessa anatomia del torace.

Durante il post operatorio, come preventivato, in Cardiologia si provvede infine all’impianto di un pace-maker di ultima generazione e dal design particolare, senza fili, posizionato per via venosa a livello dell’apice del cuore di destra e attraversando la protesi da poco impiantata.

Dopo alcuni giorni la paziente viene quindi dimessa dal reparto di Cardiochirurgia e trasferita presso la Riabilitazione Cardiologica diretta dal dr. Claudio Bilato, del Centro Riabilitativo Provinciale di Lonigo, da dove alcuni giorni fa è stata dimessa, potendo così rientrare a casa, guarita. 

Una storia che si ripete spesso, pazienti gravi con difficili e complesse patologie che dopo aver peregrinato per altri Centri Italiani approdano alla fine a Vicenza dove trovano adeguate cure alle loro malattie cardiovascolari.

La Cardiochirurgia del San Bortolo: punto di riferimento internazionale

Con circa 14.600 interventi eseguiti dal 2010 ad oggi, l’Unità Operativa Complessa di Cardiochirurgia dell’ospedale di Vicenza è uno dei maggiori centri a livello internazionale che può vantare una vasta casistica per gli interventi di cardiochirurgia svolti con metodica endoscopica, utilizzata in particolare per le procedure di riparazione o sostituzione delle valvole cardiache (valvola aortica, mitrale e tricuspide, isolate o anche in associazione). 

La procedura standard per la riparazione o sostituzione delle valvole cardiache prevede un intervento di tipo “open”, ovvero aprire lo sterno per avere accesso al cuore, mentre con metodica mininvasiva vengono praticate solo delle piccole incisioni tra le costole, attraverso le quali vengono fatti passare una telecamera e gli strumenti chirurgici veri e propri. La telecamera, che è un tubo sottile (endoscopio) che viene inserito in torace attraverso un piccolo foro, diventa l’occhio del chirurgo. 

Il dott. Salvador iniziò oltre 25 anni fa ad applicare le tecniche mininvasive per evitare questo approccio traumatico, dapprima in pazienti selezionati, ma dal 2010 con il suo arrivo al San Bortolo ha affinato la tecnica al punto da potere essere estesa a tutti i pazienti senza alcuna selezione. 

Va sottolineato inoltre che presso la Cardiochirurgia di Vicenza la tecnica endoscopica non è applicata solo al trattamento delle valvulopatie, ma anche nella cura delle patologie dell’aorta. I primi interventi risalgono ancora agli anni precedenti alla pandemia Covid, e da allora il centro esegue in endoscopia la sostituzione dell’aorta ascendente, il tratto iniziale del condotto che distribuisce all’organismo il sangue pompato dal cuore. 

Commenti

«L’esito positivo di questo caso così complesso – sottolinea la dott.ssa Patrizia Simionato, Direttore Generale dell’ULSS 8 Berica – conferma una volta di più l’eccellenza della Cardiochirurgia del San Bortolo, che rappresenta un fiore all’occhiello per la nostra Azienda e per la sanità di tutto il Veneto L’impegno costante del team nella qualità assistenziale, nell’innovazione tecnologica e nella formazione specialistica garantisce cure all’avanguardia, sicure e personalizzate. E la recente apertura della sala ibrida rappresenta un ulteriore passo verso l’eccellenza e la multidisciplinarietà nella gestione dei pazienti più complessi».

«I vantaggi della metodica mininvasiva per i pazienti sono molteplici – spiega il dott. Loris Salvador, Direttore dell’U.O.C. di Cardiochirurgia dell’Ospedale di Vicenza che di questa tecnica è stato tra i pionieri -Al di là dell’aspetto estetico, che ha pure la sua importanza, innanzitutto si riducono in modo significativo i rischi di infezione e le trasfusioni,    e il recupero del paziente è molto più rapido e meno doloroso, perché chiaramente la riabilitazione per un paziente operato al cuore che si risveglia con lo sterno che è stato diviso non è breve né semplice, mentre in questo modo il paziente può invece essere subito movimentato. Non ultimo per importanza è l’aspetto psicologico: il paziente operato al cuore con tecnica tradizionale si trova a convivere con una evidente cicatrice che lo farà sentire per tutta la vita in qualche modo “malato”, mentre l’intervento in videotoracoscopia lascia delle cicatrici minime e spesso poco visibili e il paziente si sente di poter condurre una vita del tutto normale, al di là di eventuali controlli e accortezze indicate dai medici. È una tecnica che a Vicenza ha raggiunto la sua maturità da tanti anni, e attraverso corsi, eventi e la frequenza del Centro da parte di numerosissimi colleghi provenienti da tutto il mondo sta diffondendosi in altre Istituzioni. In questa Cardiochirurgia si sono formati medici che poi si sono trasferiti in altre Sedi prestigiose sia in Italia e all’estero, non per imparare, ma per replicare il programma mininvasivo di Vicenza».

I punti di forza della Cardiochirurgia di Vicenza

La Cardiochirurgia di Vicenza è oggi considerata un reparto d’eccellenza per diversi motivi: 

Volume elevato di interventi: sia per il trattamento di tutte le malattie valvolari cardiache, che posiziona Vicenza fra i primi centri in Italia, sia per i by-pass coronarici, il cui numero di impianti annui è ben superiore alla soglia che definisce un centro ad alta operatività; 

Interventi complessi con tecniche mini-invasive: l’équipe vicentina esegue operazioni complicate senza dover “aprire” il torace, usando tecniche endoscopiche   peculiari 

Una squadra di alto livello: Guidati dal dott. Loris Salvador chirurghi esperti e giovani talenti collaborano all’unisono, e spesso il reparto è invitato come “modello” anche in ambito internazionale. 

Ampia casistica e varietà di patologie trattate: Non solo by-pass e valvulopatie: il reparto affronta anche patologie dell’aorta, emergenze come infezioni cardiache (endocarditi) ed altre patologie più rare come i tumori cardiaci e casi complessi che richiedono interventi urgenti e molto delicati. 

A tutto questo si aggiunge la  disponibilità della Sala Ibrida recentemente attivata al San Bortolo, che integrando le competenze cardiochirurgiche, cardiologiche e radiologiche consente di trattare per via percutanea – senza incisioni chirurgiche ma tramite accesso dall’arteria o dalla vena femorale – la riparazione o sostituzione della valvola aortica e valvola mitrale come pure la valvola tricuspide, grazie all’utilizzo combinato di un angiografo radiologico di ultima generazione ad alta definizione ed della ecocardiografia 3D. E questo garantendo la massima sicurezza per il paziente con la possibilità in caso di necessità di passare immediatamente ad un intervento cardiochirurgico di tipo tradizionale senza dover spostare il paziente col rischio di perdere minuti e secondi preziosi in una situazione salvavita.

l’Heart Team

In tutti i casi trattati il buon esito della procedura è sempre il risultato della perfetta collaborazione tra varie équipe che compongono l’“Heart Team”. Il gruppo si riunisce regolarmente, analizzando esami, immagini TAC, ecocardiografie 2-3D e dati clinici complessi. Ogni specialista esprime la sua competenza. Il risultato non è una semplice “decisione”, ma un vero percorso clinico personalizzato. Ogni operazione è il risultato di una catena di decisioni coordinate.

In Heart Team, quando necessario, vengono chiamati a supporto decisionale altri Specialisti dai vari Servizi e Reparti dell’Ospedale, come l’Anestesia e   Rianimazione, la Nefrologia, il reparto di Malattie Infettive, la Pneumologia, o altri ancora.

Un altro primato che caratterizza la Cardiochirurgia di Vicenza riguarda la presenza di donne nell’équipe.

Nel mondo la presenza femminile nelle équipe cardiochirurgiche varia in media dal 7 all’11% mentre a Vicenza lavorano ben 6 cardiochirurghe, quasi il 50% del Team, una “quota rosa” importante che rende unica la realtà del centro vicentino

«In un campo che da sempre è stata considerato di  prerogativa maschile – spiega il dott. Salvador – , per la lunghezza e pesantezza  degli interventi, per lo stress derivato da una specialità dove si devono  prendere decisioni vitali  nel giro di secondi,  le cardiochirurghe della mia  équipe dimostrano invece  che questa è una mentalità che è ormai desueta e  appartiene al passato: sono colleghe preparate, intraprendenti, veloci, logiche e pragmatiche, davvero brave, con  una spiccata attitudine verso la chirurgia ed  una sensibilità verso il paziente decisamente superiore. In realtà, tutto il Team medico nel suo insieme è davvero speciale, un’équipe che è si è rinnovata negli ultimi anni ed è di qualità veramente straordinaria. Ma fondamentale è anche il contribuito dei tecnici perfusionisti e degli infermieri e coordinatori del reparto Degenza, della Terapia Intensiva, delle nostre Sale Operatorie, di tutta l’équipe di Cardiochirurgia, nonché dei Colleghi del Servizio di Anestesia e Rianimazione diretto dal Dr. Vinicio Danzi».

L’impegno nella ricerca scientifica

La Cardiochirurgia dell’Ospedale San Bortolo è anche impegnata nella ricerca scientifica, collaborando con Università e Centri di ricerca italiani e internazionali per il continuo miglioramento delle tecniche chirurgiche e della gestione delle malattie cardiovascolari. 

Lo scorso ottobre, la Cardiochirurgia di Vicenza è stata protagonista al Congresso della Società Europea di Cardiochirurgia (EACTS), tenutosi a Copenaghen, dove ha presentato la propria casistica sulla chirurgia endoscopica combinata della valvola aortica e mitralica, suscitando grande interesse tra gli specialisti di tutto il mondo.

Adicembre, al prestigioso Mitral Conclave di New York, sarà presentata con unarelazione dedicata alla chirurgia mininvasiva combinata della valvola mitrale con ablazione della fibrillazione atriale, nella sessione definita “STARS at the Mitral Conclave: Atrial Fibrillation.”. Questi sono solo gli ultimissimi impegni, ma è   da anni ormai che vengono presentati nei congressi o pubblicati nelle riviste scientifiche più prestigiose i risultati dell’attività cardiochirurgica di Vicenza.

L’attività scientifica e formativa del reparto non si ferma ai congressi internazionali: Vicenza è ed è stata teatro di importanti eventi cardiochirurgici organizzati dal team del dott. Salvador, durante i quali sono stati trasmessi interventi in diretta, “live”, di chirurgia mininvasiva endoscopica.

In queste occasioni, chirurghi provenienti da tutta Italia e anche dall’esterohanno potuto assistere in diretta alle procedure, confrontarsi con i colleghi vicentini e apprendere le tecniche più avanzate, contribuendo così alla diffusione di un modello di eccellenza tutto italiano. 

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